Saijan Jindal
Migliori tecnologie per ridurre l’impatto sull’ambiente e la salute, crescita esponenziale dell’occupazione e interazione con la comunità. Queste le promesse di Saijan Jindal, che guida la cordata Acciaitalia, con Arvedi, Delfin e Cdp, per l’acquisizione dell’Ilva. Dall’altra parte il gruppo Am Investco, con Arcelor Mittal, Marcegaglia ed Intesa San Paolo. Saranno i commissari governativi a stabilire chi la spunterà, sulla base del piano di investimenti industriale ed ambientale, su cui al momento vige il riserbo.
Ingegner Jindal, come gruppo avete deciso di puntare per la prima volta sull’Europa partendo da Ilva, che versa nel momento più critico della sua storia. Perché?
Ilva è l’acciaieria più grande d’Europa e, grazie alla sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo e grazie al suo porto, per JSW Steel è l’accesso più qualificato al mercato europeo. Abbiamo il know-how per trasformarla in uno stabilimento moderno. Ho visitato Ilva nel 2008 quando la produzione era al massimo e in questi mesi sono stati i nostri tecnici a garantire i sopralluoghi. Ilva ha dei gravi problemi legati principalmente alla scelta di perseguire una produzione di quantità anziché di qualità. Noi punteremo su una produzione di acciaio di alta qualità.
A causa della presenza industriale, gli ospedali di Taranto sono zeppi, anche di bambini con patologie rare o tumori.
Vogliamo utilizzare le migliori tecnologie, che già usiamo in India nell’impianto di Vijayanagar, per ridurre l’inquinamento che provoca le malattie. Tra i nostri impegni ci sono la copertura dei parchi e la captazione delle polveri sottili. Produrremo acciaio con il preridotto utilizzando gas naturale per diminuire l’uso del carbone e gli inquinanti. Abbiamo inoltre intenzione di ascoltare il territorio e sostenere iniziative, come la costruzione di un ospedale ad esempio.
I suoi competitor sostengono che l’utilizzo del preridotto abbatta l’inquinamento, ma sia troppo dispendioso da utilizzare in Europa, a causa dei prezzi alti del gas.
È vero il contrario, visto il costo del gas che in India è di 0,28 euro al mc, in Italia è di 0,15 euro al mc. Il minerale di ferro, che serve per il preridotto, noi già lo importiamo, acquistandolo dal mercato internazionale, quindi non c’è una differenza di prezzo. Inoltre il prezzo dell’acciaio in Europa è più alto dell’8% rispetto all’India. Mi piace sottolineare anche che c’è un report di BCG che sostiene che con l’utilizzo del preridotto si ha un -30% di emissioni di CO2 in atmosfera.
Ilva è anche sinonimo di grave crisi occupazionale. Che messaggio vuole lanciare agli operai?
A Taranto abbiamo intenzione di massimizzare la produzione a 10 milioni di tonnellate di acciaio, quindi sarà indispensabile massimizzare l’occupazione. Dopo tre anni arriveremo a 10mila occupati.
Come ritiene che Ilva possa uscire da questa crisi produttiva? A quali clienti e mercati puntate?
Nel passato Riva a Taranto produceva un acciaio come una commodity. Noi, al contrario, produciamo acciaio ad alto valore aggiunto ed è quello che vorremmo portare in Ilva; è il prodotto che richiedono le case automobilistiche (compresa Fca, che attualmente acquista l’acciaio all’estero, ndr).
A Taranto non c’è solo da risanare la fabbrica ma da ricostruire un rapporto con una comunità che ha perso speranza. State pensando a come ricucire?
Ci riusciremo perché noi lavoriamo con le comunità e mai contro. Fa parte della nostra policy.
Si è parlato di una sua udienza privata con il pontefice, in cui si sarebbe toccata anche la questione Ilva…
Mi piacerebbe incontrare il Santo Padre per ascoltare i suoi suggerimenti. Io vivo in India e ogni giorno ci confrontiamo con un tema importante: recuperare la dignità dell’uomo attraverso il sostegno al lavoro. In India puntiamo sull’istruzione per i più giovani, sosteniamo il lavoro femminile. Credo che avremmo molti punti in comune con papa Francesco e una visione sociale simile.
Perché i commissari governativi dovrebbero scegliere la sua cordata, piuttosto che l’altra?
Ritengo la nostra offerta superiore dal punto di vista ambientale, per il business plan, per il piano di investimenti e per quello occupazionale. Inoltre Acciaitalia, con CDP e gli altri partner di valore, Arvedi e Delfin, manterrà Ilva italiana.