Il piano di austerity energetica del governo è pronto a partire. Con il via libera definitivo di giovedì al decreto bollette, dal primo maggio scatterà anche quella che è stata definita "l’operazione termostato". Dal mese prossimo, in pratica, in tutti gli edifici pubblici – dalle scuole ai ministeri – la temperatura dei condizionatori non potrà essere inferiore a 25 gradi (rispetto ai 24 attuali). Le nuove regole si estendono fino al 31 marzo 2023, perché si attua una stretta pure sul riscaldamento nei mesi freddi, con il tetto massimo che passerà da 22 a 21 gradi. Per i trasgressori sono previste multe salatissime, dai 500 ai 3mila euro, anche se resta da chiarire come verranno effettuati i controlli. Faranno eccezione ospedali e case di cura. Così come, al momento, sono escluse dal decreto le case, i negozi e tutte le strutture private.
La decisione dell’esecutivo rientra tra gli interventi messi in campo per contrastare la crisi energetica e ridurre l’import di gas russo. Dalle prime stime, si calcola una riduzione tra i 2 e i 4 miliardi di metri cubi di gas, con un risparmio sui consumi finali di circa il 7%. Andando a toccare da vicino la vita di milioni di persone, inevitabilmente la mossa di Palazzo Chigi, che segue alla recente "provocazione" di Mario Draghi («Volete la pace o i condizionatori accesi?»), sta alimentando un dibattito su vari fronti: dal settore della climatizzazione alle associazioni dei consumatori.
C’è la consapevolezza comune, con una guerra in corso alle porte d’Europa, che ognuno debba fare la sua parte. Ma allo stesso tempo si evidenzia come andare a superare queste soglie possa essere controproducente e rischioso. «Sicuramente è stata adottata una misura condivisibile nel grande piano in atto per smarcarsi dal metano russo e, tutto sommato, non dovrebbero esserci ripercussioni rilevanti – afferma Federico Musazzi, segretario generale di Assoclima e Assotermica, che rappresenta oltre il 90% delle realtà del comparto –. La riduzione di un grado alla temperatura massima dei condizionatori, se associata a una buona deumidificazione degli ambienti interni, può far mantenere un livello di confort adeguato». Di fronte però all’ipotesi che questo sia solo l’inizio di una stretta sui gradi più dura si mette in guardia: «Un’ulteriore revisione dei valori di riferimento comporterebbe più svantaggi che vantaggi – avverte Musazzi –. Bisogna considerare che una buona climatizzazione è fondamentale per la qualità della vita e che gli impianti di condizionamento, e più in generale quelli a pompa di calore, non sono il problema ma la soluzione perché consentono di centrare almeno tre obiettivi contemporaneamente: efficienza energetica, crescita delle rinnovabili e sviluppo di un settore produttivo nazionale di eccellenza. Dobbiamo pertanto agire con misure strutturali tese ad accelerare la riqualificazione dell’enorme parco impiantistico esistente, che è ancora molto "datato"».
La sfida dell’efficienza energetica e il superamento dell’emergenza non passano solo dai "sacrifici termici" nella Pa, ma anche da azioni, strategie e politiche lungimiranti. «Con i nuovi limiti alle temperature negli edifici pubblici, il governo ha recepito una delle varie raccomandazioni contenute nel vademecum messo a punto dall’Agenzia internazionale dell’energia in coordinamento con la Commissione europea – spiega Ettore Jovane, a capo della divisione Samsung Air Conditioning Italy –. Ma non basta: servirebbe accelerare sul processo di decarbonizzazione, spingere sulle energie rinnovabili e moltiplicare gli sforzi per riqualificare gli edifici. In quanto, come noto, oltre il 60% degli edifici residenziali in Italia sono stati costruiti prima degli anni ’80. Tale riqualificazione energetica non può prescindere dalla sostituzione di apparecchi di prima generazione, che dunque necessitano di un ricambio in chiave ecologica».
Assoclima sottolinea come il pacchetto "Fit for 55", approva to meno di un anno fa dall’Ue, contenga una dozzina di proposte per raggiungere obiettivi ambiziosi, a partire dalla riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030. Un impegno che chiama in causa anche l’Italia, affinché si adoperi con maggiore impegno in Europa per una svolta sostenibile. «Nel nostro settore, per esempio, la valorizzazione degli impianti in pompa di calore può portare enormi benefici in termini di efficienza energetica, sia in ambito di raffrescamento che di riscaldamento», conferma Jovane.
L’innovazione, poi, è un alleato prezioso per ridurre sprechi, costi e impatto sull’ambiente. «Negli ultimi anni sono stati già compiuti enormi progressi in chiave prestazionale, comfort e connettività con una forte attenzione all’impatto ambientale – afferma il manager di Samsung –. Forti del nostro ecosistema altamente tecnologico, per esempio, sul mercato italiano siamo stati i primi a lanciare climatizzatori a uso residenziale connessi, controllabili da remoto con lo smartphone attraverso l’app SmartThings. Un’applicazione gratuita, aperta ad interagire con molteplici dispositivi e sensori anche di altri brand. In modo semplice ed intuitivo consente di ripensare ai propri spazi in chiave domotica, creando un insieme di dispositivi interconnessi che ne favorisce la gestione in termini di automazione, risparmio e comfort. Utile, quindi, non solo per l’accensione e lo spegnimento a distanza dell’apparecchio, ma per il controllo della temperatura, la programmazione della manutenzione, il monitoraggio dei consumi, la gestione dei carichi ed il controllo della qualità dell’aria di un ambiente interno. In questo modo, quindi, il consumatore diventa l’attore principale della transizione energetica».