Piazza Affari ancora in forte calo per la guerra in Ucraina - Ansa
Le Borse europee riducono i ribassi dopo una mattinata disastrosa, con Milano che è riuscita brevemente a riportarsi sopra la parità, ma restano molto nervose e volatili nel clima di grandissima incertezza alimentato dalla guerra in Ucraina. L'apertura degli scambi ha visto tutte le borse in profondo rosso per l’inasprirsi della situazione in Ucraina dopo 12 giorni di guerra. Dopo il tonfo di venerdì scorso, giornata in cui sono andati in fumo 400 miliardi di capitalizzazione, si preannunciava un lunedì nero. A piazza Affari l'indice Ftse Mib ha avuto in mattinata un calo del 6% con quasi l'intero paniere in rosso e ben 13 titoli congelati per eccesso di ribasso. In tarda mattinata le perdite si sono riassorbite con Milano e Londra quasi in parità (-0,1%), Francoforte che cede l'1,1% e Parigi lo 0,9%.
Non si ferma la corsa dei beni energetici. Il gas ha avviato le quotazioni con un balzo che lo porta ai massimi storici. Ad Amsterdam in avvio di seduta il prezzo è schizzato a 252 euro al Mmbtu, con un incremento del 17%. Volano le quotazioni del petrolio sull'ipotesi di uno stop dell'import dalla Russia: il greggio viene scambiato a 122 dollari al barile; il Brent vola verso i 124 dollari. La guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia continuano a incidere sui prezzi dell'oro, che sfiora i duemila dollari all’oncia, e rialzo da record per il nichel (+16%). In tensione anche l'alluminio (+2%) e il rame (+3%). Corre il palladio che sale del 5,2%.
Sul fronte valutario l'euro sul dollaro è in calo a 1,0830 a Londra. Il rublo ancora in declino sul dollaro mentre resta ancora chiusa la Borsa di Mosca. La valuta russa, che prima della guerra in Ucraina trattava a 75 sul dollaro, passa di manoa 140 sul biglietto verde, con un ulteriore calo del 17%.
Anche le Borse asiatiche hanno chiuso in profondo rosso la prima seduta della settimana con Tokyo in calo del 2,94%, con l'indice ai minimi in 16 mesi.
Continua intanto a restare chiusa la Borsa di Mosca. La Banca centrale russa ha sospeso le negoziazioni e i regolamenti in tutti i mercati valutari fino a martedì 8 marzo. Si tratta della più lunga chiusura nella storia moderna del paese, nel tentativo di impedire alle risorse russe di subire forti perdite nel bel mezzo delle severe sanzioni occidentali imposte per l'invasione dell'Ucraina. Il Moex è stato ora sospeso dalla World Federation of Exchanges, la principale associazione mondiale di categoria per le borse. Dall'ultima apertura oltre una settimana fa, le azioni russe quotate a Londra hanno perso più del 90% del loro valore prima di essere sospese.