venerdì 21 luglio 2023
Una nuova tecnologia apre frontiere importanti nella lotta contro la fame nel mondo. Un'azienda italiana, con l'aiuto di un partner cinese, ha messo a punto un software all'avanguardia
Basilico coltivato con il metodo aeroponico

Basilico coltivato con il metodo aeroponico - Archivio

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Una nuova tecnologia che apre frontiere importanti nella lotta contro la fame nel mondo. L'aeroponica è un modo di coltivare innovativo che non necessita di terreno e ha bisogno di poca acqua e pochissima energia e quindi è adattabile a qualsiasi condizione climatica. La coltivazione aeroponica richiede fino al 90% in meno di acqua e dal 65 al 90% in meno di spazio rispetto alla densità necessaria per l'agricoltura biologica convenzionale su suolo. I nutrienti sono a soluzione salina e, secondo uno studio condotto dall'Università del Tennessee, hanno una concentrazione superiore, misurabile in un range che va dal 30 al 60 per cento, rispetto a quanto si coltiva tradizionalmente. Un'azienda italiana, con l'aiuto di un partner cinese, ha messo a punto un software all'avanguardia che migliora addirittura le prestazioni. «Si tratta di un sistema - spiega Giuseppe Izzo, ceo di Uese Italia - che permette, sotto l'indicazione di un agronomo, di impostare la soluzione nutritiva, la temperatura interna, l'umidità, la concentrazione di Co2, la velocità di concentrazione dell'aria e persino l'intensità della luce. Il tutto, permette di realizzare un prodotto di alto livello e senza condizionamenti di alcun genere. Un sistema sviluppato con l'aiuto degli ingegneri Paolo Cattaneo e Raffaele Zanta che sono al vertice di una newco inglese nata per supportare lo sviluppo commerciale in Europa, Africa ed Emirati Arabi. Da sottolineare inoltre che è basso anche il consumo di energia elettrica. Il conflitto in Ucraina ha aperto un fronte spaventoso, ci ha fatto capire quanto siamo fragili. E avere un sistema che permette di avere sempre cibi a tavolo con una bolletta minima è davvero confortante. Guerra o non guerra, siccità o non siccità, i pasti sono garantiti. Anche per chi vive in Paesi poveri, dove nutrirsi è un problema serio, reale».

Per coltivare, dunque, basta un container che si trasforma in una sorta di fattoria. «Al suo interno - sottolinea Izzo - si adotta un metodo di irrigazione particolare, dove la nebbia sul fondo della vasca di semina porta i necessari nutrienti e l'ossigeno direttamente alle radici. Il sistema è adatto per dar vita a ortaggi singoli come la lattuga, il prezzemolo e il basilico. Ma non solo. É possibile piantare germogli di piselli e fagioli ed erbe come timo e menta. Queste piante peraltro crescono in grappoli e non è nemmeno necessario spostarle per il conseguente raccolto. Il tutto viene poi certificato secondo le norme vigenti. Ne esce fuori dunque un prodotto controllato e senza l'uso di pesticidi. Al 100% biologico. Una garanzia di qualità e zero rischi».

Secondo uno studio condotto dall'Unione europea, con la collaborazione di diverse Università italiane e non, la lattuga, nelle sue varie forme, è quella che presenta, con la coltivazione aeroponica, la più alta produttività, seguita dalla scarola e dalla cicoria: "Ma si piazzano bene anche la rucola, le fragole e gli spinaci - afferma Izzo -. In linea generale, il calcolo si basa sui bancali presenti e sui metri quadrati che sviluppa, dando, chi più e chi meno, un alto rendimento. L'investimento iniziale lo si ripaga nel giro di un anno circa, senza dimenticare l'importanza sociale di un sistema che può essere ripetuto ovunque. Non a caso il Vaticano è, da tempo, attento allo sviluppo della tecnologia che potenzialmente potrebbe risolvere il problema secolare della fame nel mondo». Un aiuto per la diffusione dell'innovativo sistema di coltivazione arriva adesso dai fondi previsti dal Pnrr per l'agricoltura. «Molti istituzioni nazionali e locali - conclude il ceo - si stanno informando sull'efficacia dell'aeroponica per procedere a importanti investimenti. Dalla Liguria alla Campania, sono in corso trattative per sviluppare progetti su diversi territori. L'agricoltura è in trasformazione e questo nuovo metodo, rispetto a quello tradizionale, è decisamente più competitivo. Garantisce una quantità di prodotto maggiore per unità di superficie coltivata, con un consumo minore di risorse idriche ed elettriche. In più, l'uso di fertilizzanti e pesticidi è nullo. Aspetto non secondario. Il futuro insomma è qui».

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