Una sorpresa e un segno di vicinanza importante, in tempi difficilissimi. Per Caivano, da sempre terra ferita; per il suo parroco coraggioso don Maurizio Patriciello, perseguitato e minacciato; e per l'Italia che combatte contro le mafie, nei giorni in cui di omicidi di mafia s'è tornato a parlare, con le novità sull'inchiesta per l'omicidio di Piersanti Mattarella. Non era ancora mezzogiorno di ieri quando tre auto blu hanno varcato il cancello di ingresso del cortile della parrocchia di San Paolo Apostolo al parco Verde di Caivano, ieri. Da una di queste è sceso Sergio Mattarella che, tra lo sconcerto dei fedeli, ha salutato il prefetto di Napoli, Michele di Bari e don Maurizio Patriciello, avvertito poco prima dell'illustre arrivo. Il capo dello Stato ha quindi subito preso posto, in un'aula liturgica comunque poco affollata, in un banco in seconda fila per seguire la Messa. Che proprio don Patriciello non ha esitato a dedicare al fratello del presidente, ucciso nel giorno dell'Epifania.
L'ingresso di Mattarella nella parrocchia di Caivano - Ansa
Una visita che per la comunità, come ha detto un'anziana donna, è stato un bel regalo. E a questa comunità «importante», al termine della messa, Mattarella ha voluto rivolgere gli auguri per il nuovo anno. Con un pensiero dedicato innanzitutto ai bambini e ai ragazzi, perché su «di loro - ha detto - ci sono le speranze». Per loro, e per tutta la comunità, bisogna costruire «un futuro di crescita di impegno, di benessere, di cultura e di impegno professionale». Il segno della pace il presidente lo ha scambiato con due chierichetti che con un ministrante hanno assistito don Patriciello durante la celebrazione. Una comunità che ha vissuto tensioni, finita sotto i riflettori per diversi fatti di cronaca, che però, ha detto don Patriciello nel corso della sua omelia commentando il brano del vangelo di Giovanni, «non ha mai chinato la testa. Abbiamo nella vita due possibilità - ha aggiunto il sacerdote - di essere galline, sempre con la testa abbassata, alla ricerca di vermiciattoli per riempire solo il ventre, o di essere aquile che non si accontentano mai». Una visita che da più parti viene letta anche come un attestato di sostegno a don Patriciello che, a causa delle tensioni sorte dopo lo sgombero di 36 famiglie che occupavano altrettanti alloggi nel Parco Verde di Caivano, la sera della vigilia di Natale non ha celebrato la messa.
A leggerne l'importanza anche la premier Giorgia Meloni che, appena rientrata dal viaggio in Usa ha sottolineato come «la visita di oggi del Presidente Mattarella» sia «il segno tangibile della vicinanza e del sostegno dello Stato a don Maurizio Patriciello, dal cui appello, nell'agosto 2023, ha preso le mosse la rinascita civile di quel territorio». Meloni, in un messaggio, ha poi rassicurato che il governo «proseguirà con determinazione e costanza il suo impegno, puntando ora sulla riqualificazione degli alloggi popolari, di recente sgomberati dai soggetti condannati per reati di camorra che li occupavano abusivamente». «L'iniziativa del presidente della Repubblica, che ringrazio di cuore per la sua visita, è un segnale importantissimo» ha puntualizzato parlando con i giornalisti al termine della messa il prefetto di Napoli, Michele di Bari. «È lo Stato che qui si è fatto presente attraverso il presidente ed è bello sentirci tutti come comunità. La comunità vive di leggi, di legalità non di soprusi o prepotenze - ha aggiunto - vive delle leggi dello Stato». Don Patriciello ha detto che «riteneva lo Stato un signore distinto ma distante» ma oggi, dopo quanto fatto per Caivano «lo Stato è un signore distinto ma non più distante».
Prima di recarsi a Caivano, Mattarella aveva incontrato a Villa Rosebery il sindaco di Napoli e presidente Anci, Gaetano Manfredi. La città di Napoli, la sua centralità nel panorama nazionale ma anche i progetti che riguardano la rigenerazione di Scampia e delle altre periferie, sono stati alcuni dei temi affrontati. In occasione dell'incontro, durato circa mezz'ora, il capo dello Stato ha espresso al sindaco apprezzamento per l'accoglienza ricevuta dalla città, congratulandosi per l'organizzazione e i passi in avanti ed anche per il dialogo istituzionale quale metodo messo in campo da Manfredi. Nel corso del colloquio, Manfredi, in qualità di presidente Anci, ha posto anche il tema delle città indicando come priorità le questioni sociali ed economiche. Nel salutarsi è stata ribadita la partecipazione del Presidente della Repubblica a quello che sarà l'evento principale per celebrare i 2500 anni dalla fondazione della città di Napoli che si svolgerà nel corso del 2025.