Dopo aver vagato da un quartiere all’altro di Port-au-Prince, centinaia di migliaia di profughi della violenza cercano rifugio nelle province rurali, soprattutto nel sud dell’isola dove sono arrivati in 200mila
La religiosa ha vissuto per vent'anni in una delle baraccopoli più problematiche di Port-au-Prince. Ha dovuto lasciare il Paese per le minacce delle gang, ma spera di tornare appena possibile. «Per gli haitiani devono esistere spiragli di speranza. Noi li abbiamo visti a Kay Pe’ Giuss»
Con le forze di sicurezza in agonia, a guidare gli attacchi contro le bande sono le squadre di autodifesa. Nel caos di Haiti, linciaggi e violenze sono prassi. «O noi o loro, non c’è altra scelta»
Mentre a Port-au-Prince imperversa la violenza delle gang, nella scuola 300 bambini vanno a lezione. Falou, insegnante, racconta: «Quando i piccoli hanno bisogno, gli adulti devono esserci. Ce lo ha insegnato suor Luisa, che è sempre con noi»
Repubblica dominicana e Haiti condividono lo stesso, piccolo territorio. La prima è una meta turistica con spiagge caraibiche, la seconda è un contesto distopico in mano alla violenza. Perché?
La storia di Haiti è strettamente connessa a quella europea. L'isola conquisto la sua indipendenza dai francesi, colonizzatori, nel 1804: la prima repubblica nera della storia. Ma Parigi non accettò mai di aver perso Haiti...
Ad Haiti la distopia è quotidiana: le gang dominano le strade, ragazzini sparano e nei quartieri si alzano barriere simboliche che non fermano i proiettili.
«Voglio vedere il dottor Joseph» è la frase in codice che le superstiti pronunciano all'entrata della clinica di Msf per ricevere assistenza. «Peggio della violenza è sapere che può accadere di nuovo»
L'educatore haitiano Rodney spiega che nell'isola «i minori non hanno punti di riferimento, si occupano dei fratelli più piccoli, lavorano, muoiono per un bicchiere d’acqua. A volte, sparano»
«Oggi assistiamo a una situazione di insicurezza totale fatta di rapimenti, violenza e omicidi. Anche la Chiesa è colpita» dice padre Jean Gaby Louis, prete haitiano in servizio in Cile
Il racconto del direttore Yvel Germain per i 50 anni dell'ente caritativo: «Sosteniamo progetti che rendano le famiglie resilienti. Così si nutre anche la possibilità di immaginare un futuro migliore»
Un recente censimento parla di almeno 60 parrocchie chiuse e svuotate dai banditi. Sacerdoti e religiosi si uniscono all'esodo che riguarda ormai 1,4 milioni di civili
La responsabile ActionAid per Haiti, Angeline Annesteus, racconta l’impegno dal basso e si chiede: la comunità internazionale ci vuole davvero ascoltare?
La tragica situazione dei 2.800 ammassati a Delmas: prima cacciati dalle bande armate, poi invitati a rientrare nelle stesse aree: «Meglio sfollati che ostaggi delle gang»
Man mano che le gang avanzano nella pianura centrale, la gente scappa sempre più in alto. Il sostegno della Rete Radie Resch di Padova per l'istruzione. Fabiano Ramin: «Ci limitiamo ad accompagnar
Le bande hanno "chiuso" la redazione di Ayibopost, il principale giornale d'inchiesta dell'isola. Ma i reporter non si sono fermati. Il collettivo di fotografi "2D" trasforma la cr
La furia distruttrice delle gang travolge anche atelier e musei. Il pittore: rispondiamo con l'arte. «L'immaginazione ristabilisce l'equilibrio sociale. Noi la utilizziamo anche per curare i bimbi
Il fotografo Roberto Stephenson ha raccolto per un decennio immagini di oggetti riciclati, emblema dell'economia di resilienza chela gente crea per sopravvivere. E' nato il libro "Made in Ayiti&
Per i minori della baraccopoli simbolo di Port-au-Prince, l’École Saint Kizito è l'unico rifugio dalle gang che vogliono reclutarli. «Sarà dura in questi mesi di vacanza non venire più qui»
Parla Suor Séïde, haitiana e professoressa. «La scuola haitiana forma eccellenze che vanno all'estero. E intanto il paese geme. L'educazione va ripensata perché sia più attenta alla realtà del Paese»
I campi restano incolti per la violenza. Il Paese è fra i primi cinque per rischio di inedia, secondo l’indice di Pam e Fao. Oltre 2.1 milioni di abitanti, un quinto della popolazione, è allo