Meloni insieme a Trump - Ansa
Una missione lampo. Ventiquattr'ore negli Usa, in Florida, nella residenza privata di Trump a Mar-a-Lago. Un confronto largo. Da una parte Giorgia Meloni. Dall'altro il neo presidente Usa. Al loro fianco una squadra da serie A: il futuro segretario di Stato Usa, Marco Rubio; il futuro segretario al Tesoro, Scott Bessent; il futuro ambasciatore Usa in Italia, Tilman Fertitta, e l'ambasciatrice d'Italia negli Usa, Mariangela Zappia. I temi del "faccia a faccia" sono noti: Dazi, Nato e caso Sala. Il motivo della "missione" lo spiega una analisi del New York Times: rafforzare le «speranze dei sostenitori di Meloni che il primo ministro italiano conservatore diventerà l'alleato di Trump in Europa». Cinque ore di confronto largo. E, convitato di pietra della missione top secret è il patron di Space X, Elon Musk. Il miliardario patron di Tesla non compare infatti nelle immagini della serata, ma tra i primi a confermare la visita di Meloni negli Usa (l'incontro tra i due leader era infatti fissato per il prossimo 20 gennaio in occasione della cerimonia di insediamento di Trump) è stato tuttavia, Andrea Stroppa. In un post su X, il referente di Musk in Italia ha utilizzato l'intelligenza artificiale per creare un'immagine di Trump e Meloni raffigurati l'uno accanto all'altra vestiti da antichi romani con lo stesso imprenditore che compare un pò defilato. C'è Trump. C'è il rapporto Stati Uniti Europa. La Nato. C'è il ruolo di Giorgia Meloni. E ci sono gli affari. Le scelte economiche. Il nodo Dazi. E la collaborazione con Musk. È Bloomberg a dare i primi dettagli di un accordo che già fa discutere: l'Italia è «in discussioni avanzate» con la Space X di Musk per un contratto di 5 anni che prevede la fornitura al governo di servizi di telecomunicazione sicuri. Una operazione dal valore di 1,5 miliardi di euro. Un progetto che prevederebbe un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e i servizi internet del governo, le comunicazioni militari e i servizi satellitari per le emergenze.
Ecco i due titoli che prendono forma dopo il "faccia a faccia" Trump-Meloni: il caso Sala e il caso Starlink. Ed ecco la prima reazione che scuote il governo: il Pd con i presidenti dei gruppi va all'attacco e chiede chiarezza. «È notizia di queste ore la possibile conclusione di un contratto pluriennale di 1,5 miliardi di euro a favore di Elon Musk e della sua SpaceX-Starlink per una serie di servizi di telecomunicazione a favore del governo. Parliamo di ingenti risorse pubbliche, pari a quelle impegnate negli investimenti a banda ultra larga nel PNRR, che regaleremmo a una società satellitare le cui performance sono inferiori ai target europei fissati al 2030... Siamo di fronte a notizie inquietanti ed è necessario che il governo venga al più presto in Parlamento a chiarire le scelte che vengono fatte riguardo temi così delicati», scrivono Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti. Poi Conte: «Meloni mette la nostra sicurezza in mano a Musk». Poi Renzi. Poi tutte le opposizioni. E ora la Presidenza del Consiglio smentisce che «siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati». La stessa Presidenza del Consiglio «smentisce ancora più categoricamente, considerandola semplicemente ridicola, la notizia che il tema di SpaceX sia stato trattato durante l'incontro con il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump».
Dal caso Starlink al caso Sala. Tra qualche ora, a Palazzo San Macuto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano riferirà al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sul caso della giornalista detenuta in Iran. Ecco la risposta del governo alle opposizioni che hanno chiesto di essere coinvolte. Riassumiamo: c'è fastidio sul caso Starlink e c'è attesa sul caso Sala. E il leader di Azione Carlo Calenda tira le somme: «Penso tutto il peggio possibile di Donald Trump e di quel circo Barnum che si tiene a Mar a lago. Ma il ruolo di un Presidente del Consiglio è di difendere l'interesse nazionale anche nella costruzione di relazioni fondate sul realismo. Bene ha fatto dunque la Meloni ad andare anche per sbrogliare la vicenda di Cecilia Sala. Trovo invece estremamente pericoloso siglare contratti con Starlink mettendo pezzi della nostra sicurezza in mano ad un pazzo sempre più fuori controllo, che si intromette puntualmente e violentemente nelle questioni europee di politica interna. C'è un ruolo di ponte che il Governo italiano può svolgere tra USA e UE, a patto che non dimentichi la sua appartenenza all'Europa».