venerdì 3 gennaio 2025
Satriano scrive ai sui fedeli invitandoli a soffermarsi sulla tragedia del piccolo e a pregare per lui nella Messa dell'Epifania: «Cresce la cultura dello scarto della vita»
La culla della vita della Parrocchia San Giovanni Battista di Bari

La culla della vita della Parrocchia San Giovanni Battista di Bari - Ansa

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È ancora sotto choc, la città di Bari, dopo il ritrovamento del corpicino esanime di un neonato nella culla della vita di una chiesa. Un macabro “gioco”, secondo il parroco don Antonio Ruccia, secondo cui il sistema di allarme legato al dispositivo non sarebbe suonato perché il piccolo vi sarebbe stato deposto già privo di vita, forse perché la madre ne voleva garantire il funerale. O - ma la circostanza dovrà essere dimostrata dopo accurate analisi - un malfunzionamento della culla stessa, che non si è azionata come avrebbe dovuto. Oggi intanto sulla drammatica vicenda ha deciso di intervenire l'arcivescovo della città, Giuseppe Satriano, richiamano ciascuno alla propria responsabilità: «Il neonato senza nome, ritrovato esanime nella culla, è una speranza di vita negata, e rappresenta il culmine di una serie di fragilità e difficoltà sociali, che spesso non emergono alla luce dei riflettori. È un richiamo urgente per tutti noi: nessuna vita, dal concepimento fino all’ultimo respiro, sia abbandonata nell'indifferenza. È un invito a un impegno più forte, collettivo, per dare supporto a chi si trova in condizioni di vulnerabilità, per costruire una società che non lasci indietro nessuno, anche nelle situazioni più difficili. Con amarezza profonda prendiamo coscienza che dietro la vetrina luccicante del Natale, esistono storie di solitudine, di fragilità e di disperazione, che non possiamo ignorare. Simbolo di rinascita, di solidarietà e di vicinanza, il Natale di Gesù ci invita a guardare oltre le apparenze, a cogliere le difficoltà e le sofferenze che talvolta si nascondono dietro a sorrisi forzati e auguri di circostanza».

Ancora, continua Satriano, «come pastore di questa comunità, soffro con voi per la perdita di una tenera vita, e provo dolore per quanto vissuto da chi ha deposto quel corpicino nella culla termica della parrocchia. Entrambi sono il frutto di una cultura dello scarto che inesorabilmente si fa strada in un mondo sempre più avvitato su se stesso e poco attento ai più deboli e fragili. Invito tutti, a partire da me, a un momento di riflessione personale e collettiva, affinché il dolore di oggi diventi un impegno concreto per un futuro più giusto e solidale. Lunedì 6 gennaio, solennità dell’Epifania e giornata dedicata all’infanzia missionaria, si abbia cura nelle celebrazioni eucaristiche di ricordare questo bambino e il tragico evento della sua morte nella preghiera dei fedeli: "Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te nella fede per il piccolo fratello che ha sfiorato questa nostra esistenza. La sua drammatica scomparsa ci rattrista il cuore e se con forza gridiamo la nostra indignazione, al tempo stesso avvertiamo il dovere di un maggiore impegno a servizio della vita. Accogli tra le tue braccia questo nostro fratellino e donaci l’audacia di un amore senza misura per chi è fragile ed è smarrito"».

La speranza del vescovo è che «questo dramma susciti in noi maggiore attenzione e cura verso la vita, quando è più indifesa, offrendo sostegno concreto a chi vive nell’ombra. Onoriamo il senso profondo del Natale facendo in modo che eventi come questo non rimangano solo segni di dolore, ma anche di riflessione e cambiamento».

Le indagini e l'ipotesi del guasto elettrico

Intanto emergono nuovi particolari sulle condizioni della culla termica della chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco di Bari. Gli inquirenti come si diceva stanno esaminando diverse ipotesi, tra cui un possibile guasto al sistema di riscaldamento, che potrebbe aver causato la morte del piccolo per il freddo. In particolare, l'interruzione di corrente elettrica che ha colpito la zona circa dieci giorni fa potrebbe aver compromesso il corretto funzionamento dell'impianto. Il sistema di riscaldamento della culla, infatti, non si sarebbe attivato. Questo solleverebbe dubbi sulla possibilità che il tragico evento sia stato causato dal malfunzionamento del dispositivo. Non solo, ma anche il sistema di allarme collegato alla culla, che dovrebbe avvisare automaticamente il parroco in caso di emergenza, non avrebbe funzionato. Il sacerdote, don Antonio Ruccia, ha dichiarato di non aver ricevuto alcun avviso sul suo cellulare. La culla è stata sequestrata proprio per consentire ulteriori analisi.

Oggi l'autopsia disposta dalla Procura di Bari dovrà chiarire le cause precise della morte del neonato e accertare se l'ipotermia possa essere stata determinante. L'esame autoptico avrà anche lo scopo di stabilire l'età esatta del piccolo. Un ulteriore sviluppo nell'inchiesta riguarda l'archiviazione del Dna, che potrebbe essere determinante per risalire all'identita' dei genitori del neonato, ancora sconosciuti.

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