Siciliani
Dopo aver servito la Chiesa per oltre 40 anni nella Curia Romana sotto cinque Pontefici è morto il cardinale polacco Zenon Grocholewski, prefetto emerito della Congregazione per l’educazione cattolica. Insigne giurista, lo scorso 11 ottobre aveva compiuto 80 anni. Nel telegramma di cordoglio inviato al fratello Wladislaw, papa Francesco ha ricordato «con gratitudine la benemerita opera da lui svolta come apprezzato docente» e come si sia «generosamente dedicato al servizio della Santa Sede», dando testimonianza «di zelo sacerdotale, di fedeltà al Vangelo e di edificazione della Chiesa».
Il compianto porporato era originario dell’arcidiocesi di Poznan, dove era stato ordinato sacerdote nel 1963. Dopo aver lavorato per tre anni in parrocchia, aveva iniziato gli studi di diritto canonico nella Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove ha conseguito nel 1968 la licenza e nel 1972 il dottorato. Paolo VI lo aveva subito chiamato a servire nel Supremo Tribunale della Segnatura apostolica, dove sarebbe rimasto per ben 27 anni. Dal 1972 al 1977 facente funzioni di Notaio, dal 1977 al 1982 come Cancelliere, dal dicembre 1982 al 1998 come vescovo e poi arcivescovo segretario, e infine dal 5 ottobre 1998 al 15 novembre 1999, per poco più di anno, come prefetto.
Consacrato vescovo da san Giovanni Paolo II il 6 gennaio 1983, nel dicembre 1991 era stato elevato alla dignità arcivescovile. Nel novembre 1999 aveva lasciato la guida della Segnatura a Mario Francesco Pompedda, per diventare prefetto della Congregazione dell’educazione cattolica. E nel febbraio 2001 papa Wojtyla lo aveva creato cardinale.
Negli anni Ottanta aveva svolto anche altri delicati incarichi nella Curia Romana. Nel 1982 aveva fatto parte della Commissione, composta da sette persone, che con il Papa avevano studiato il progetto del nuovo Codice di diritto canonico, mentre negli anni 1983-1985 aveva fatto parte anche della Commissione per la riforma della Curia Romana. Mentre in ambito più strettamente accademico dal 1983 era stato professore invitato nella facoltà di diritto canonico della Gregoriana. Tra il 1980 e il 1984 aveva insegnato anche alla Lateranense. Numerose le sue pubblicazioni. Complessivamente la sua bibliografia, in dodici lingue (latino, polacco, italiano, tedesco, francese, inglese, slovacco, spagnolo, portoghese, ceco, ungherese, russo e anche neerlandese e maltese) supera i 550 titoli.
Il cardinale Grocholewski aveva partecipato al conclave dell’aprile 2005 che aveva eletto Benedetto XVI, con il quale aveva continuato a guidare la Congregazione per l’educazione cattolica, e al conclave del marzo 2013, che ha visto l’elezione papa Francesco, che ha mantenuto il porporato polacco per altri due anni, fino al 31 marzo 2015, alcuni mesi dopo il compimento dei canonici 75 anni. Attualmente il porporato era ancora membro della Segnatura Apostolica e del Pontificio Consiglio per i testi legislativi.
Con la scomparsa di Grocholewski il numero dei cardinali scende a 221, di cui 122 elettori. I porporati polacchi sono ora cinque, tre votanti in un eventuale conclave (l’arcivescovo di Varsavia Kazimierz Nycz e i curiali Konrad Krajewski, elemosiniere, e Stanislaw Rylko, arciprete di Santa Maria Maggiore) e due con più di ottanta anni (gli emeriti di Wroclaw, Henryk R. Gulbinowicz, e Cracovia, Stanislaw Dziwisz). Nel 2020 ci saranno altri due porporati che raggiungeranno gli 80 anni: il curiale italiano Lorenzo Baldisseri (il 29 settembre) e l’emerito di Washington Donald W. Wuerl (il 12 novembre).
Le esequie di Grocholewski si tengono sabato (18 luglio) mattina alle 11 nell’Altare della Cattedra della Basilica vaticana e sono presieduti dal cardinale vice-decano Leonardo Sandri. Al termine papa Francesco guida il rito della Ultima Commendatio e della Valedictio.
In un telegramma Papa Francesco, rivolgendosi al fratello del porporato, signor Wladislaw, esprime la sua vicinanza, ricordando "con gratitudine - scrive - la benemerita opera da lui svolta come apprezzato docente di Diritto canonico nelle Pontificie Università Gregoriana e Lateranense, sia pure come autore di numerose pubblicazioni scientifiche". In particolare Francesco sottolinea la generosità del servizio dedicato alla Santa Sede nei diversi incarichi e scrive: "Egli ha dato testimonianza di zelo sacerdotale, di fedeltà al Vangelo e di edificazione della Chiesa". Infine assicura la sua preghiera e imparte la benedizione apostolica a quanti ne piangono la scomparsa.