Dom Pedro Casaldaliga è morto a 92 anni
«Galleggiano ombre di me, legni morti. Ma la stella nasce senza rimprovero sopra le mani di questo bambino, esperte, che conquistano le acque e la notte. Mi basti conoscere che Tu mi conosci interamente, prima dei miei giorni». I versi di dom Pedro Casaldáliga concludono la lista di dodici citazioni letterarie di “Querida Amazonia”. Un omaggio di papa Francesco al vescovo emerito di São Félix de Araguaia, profeta dell’Amazzonia e appassionato difensore dei diritti dei suoi popoli. Chi gli è stato accanto negli ultimi anni, segnati dal Parkinson, assicura che il religioso claretiano ha potuto rallegrarsene prima di morire, ieri, a 92 anni, a San Paolo, dove era stato trasportato e ricoverato d'urgenza a causa di gravi complicazioni respiratorie. Si è spento proprio alla vigilia della giornata che l'Onu dedica ai popoli nativi. Catalano di nascita, Casaldáliga è stato missionario per 52 anni in Brasile dove, ispirato dal Concilio, ha incarnato con coraggio l’opzione preferenziale per gli ultimi. A partire dagli indios, vittime di abusi e emarginazione. A causa del suo impegno ha ricevuto innumerevoli minacce di morte da parte dei latifondisti e dei loro alleati: le ultime nel 2012, che l’hanno costretto a trascorrere mesi nascosto. Le intimidazioni non sono mai riuscite a turbarlo. Del resto, il suo motto è sempre stato: «Non possedere niente, non chiedere niente, non tacere niente e, nel frattempo, non uccidere niente».