
La Chiesa di Napoli prega per una pace con la “P” maiuscola in questa Settimana Santa. Nella Messa in Coena Domini e con la preghiera in musica, che il cardinale arcivescovo Domenico Battaglia ha registrato grazie alla collaborazione del maestro il cantautore Enzo Avitabile. In un tempo in cui le guerre sembrano moltiplicarsi e il futuro sembra minacciato dalla logica della divisione e del conflitto, la Chiesa particolare di Napoli risponde con la sua storia ed il suo cuore: «Non restiamo spettatori, - l’invito di Battaglia - ma mettiamoci in piedi: diventiamo costruttori di Pace».
Nel video diffuso alla vigilia della domenica delle Palme, il messaggio è chiaro: «Signore della pace donaci una pace con la P maiuscola - dice il cardinale Battaglia - come la Tua, fratello Gesù». Ed il filmato si conclude con l’abbraccio tra un fratello extracomunitario ed un napoletano. Un messaggio forte e chiaro, che si collega alla lavanda dei piedi del Giovedì santo che, l’arcivescovo, sceglie di celebrare in un altro luogo simbolico: il cortile del Maschio Angioino. A ottant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, Battaglia celebrerà la solenne Eucarestia in una fortezza e castello, memoria di assedi e battaglie nel cuore della città, per «trasformarla in spazio di comunione e di servizio, sottolineando che la chiamata alla pace risuona più urgente che mai». A Castel Nuovo, infatti, papa Celestino V promulgò la bolla della Perdonanza: un invito a vivere la non violenza, che diventa sentiero su cui muoversi e pregare insieme, come Chiesa e come città.
Durante il rito della Lavanda dei piedi, l’arcivescovo laverà i piedi a rappresentanti dell’associazionismo e del volontariato impegnati nella promozione della pace, nella difesa della giustizia e nel contrasto alla logica del riarmo. Un gesto che richiama il Vangelo, ma che si fa impegno concreto: la pace non è solo un’idea, è un’azione, è un servizio, è una scelta che chiede di essere vissuta ogni giorno.
Al termine della celebrazione, la processione eucaristica attraverserà la piazza del porto, luogo di sbarchi e arrivi da terre lontane, per giungere presso l’altare della deposizione nella antica basilica di san Giacomo degli Spagnoli, in piazza Municipio, dove ha sede il Comune. Perché Napoli chiede pace vera per tutti, nessuno escluso, mai. Non quella «che non libera e non apre la porta. - cantano nel video Battaglia e Avitabile - Perdonaci la pace quella del compromesso. Quella pace che non è pace. Non sentita, arida e corrotta».
Si invoca pace per i migranti, per le famiglie, per le donne maltrattate, per i bambini soli, per i poveri, per gli ammalati. Come accadrà anche durante la Messa crismale, domani in Duomo, in cui saranno presenti i religiosi camilliani, nel 450esimo anniversario della conversione di san Camillo de’ Lellis, a donare l’olio degli infermi e il Crisma, che l’arcivescovo benedirà e sarà distribuito a tutte le parrocchie della diocesi. Un filo rosso che lega anche san Camillo al desiderio di pace, una conversione nata dopo aver vissuto l’esperienza della guerra e che lo portò a fondare l’ordine dei ministri degli infermi. Dalla guerra alla pace. La pace con la “P” maiuscola.