Una denuncia dello sfruttamento e dell'illegalità, a partire dalla tragedia della morte di 7 lavoratori cinesi nel capannone incendiato. Ma anche un invito alla prossimità, a farsi vicini a tutti. Con questi due messaggi il Papa ha lasciato, intorno alle 10 di questa mattina, la città di Prato alla quale ha dedicato una breve ma intesa visita prima di approdare a Firenze per rivolgere il messaggio alla Chiesa italiana impegnata nella sua quinta Convegno nazionale.Il Papa è stato accolto in piazza Duomo dal vescovo Franco Agostinelli, che ha rivolto un breve discorso di saluto dal pulpito della cattedrale verso la folla in ascolto. "Provenienti da diverse parti d`Italia e del mondo, siamo una comunità-laboratorio di convivenza, di laboriosità, di intraprendenza, di solidarietà e di spiritualità - ha detto -. Siamo una comunità in piena trasformazione sociale e culturale, una sfida avvincente, impegnativa e bella per quella Chiesa "in uscita", che lei continuamente auspica come stile pastorale". "Le due situazioni più rilevanti ed urgenti che viviamo sono la trasformazione del mondo del lavoro e l`immigrazione, che è insieme risorsa e impegno serio per l`integrazione".
"Sono qui come pellegrino, pellegrino di passaggio... poca cosa, ma la volontà c'è", ha detto Papa Francesco (IL TESTO DEL DISCORSO). "Il Signore ci esorta a non restare chiusi nell'indifferenza, ma ad aprirci; a sentirci, tutti quanti, chiamati e pronti a lasciare qualcosa per raggiungere qualcuno, con cui condividere la gioia di aver incontrato il Signore e anche la fatica di camminare sulla sua strada".
"Ci è chiesto di uscire per avvicinarci agli uomini e alle donne del nostro tempo - ha aggiunto -. Uscire, certo, vuol dire rischiare, ma non c'è fede senza rischio. Una fede che pensa a sé stessa e sta chiusa in casa non è fedele all'invito del Signore, che chiama i suoi a prendere l'iniziativa e a coinvolgersi, senza paura. Di fronte alle trasformazioni spesso vorticose di questi ultimi anni, c'è il pericolo di subire il turbine degli eventi, perdendo il coraggio di cercare la rotta. Si preferisce allora il rifugio di qualche porto sicuro e si rinuncia a prendere il largo sulla parola di Gesù. Ma il Signore, che vuole raggiungere chi ancora non lo ama, ci sprona".
"Per un discepolo di Gesù - ha continuato il Papa - nessun vicino può diventare lontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere. Vi ringrazio - ha aggiunto - per gli sforzi costanti che la vostra comunità attua per integrare ciascuna persona, contrastando la cultura dell'indifferenza e dello scarto. In tempi segnati da incertezze e paure, sono lodevoli le vostre iniziative a sostegno dei più deboli e delle famiglie, che vi impegnate anche ad 'adottare'. Mentre vi adoperate nella ricerca delle migliori possibilità concrete di inclusione, non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà. Non rassegnatevi davanti a quelle che sembrano difficili situazioni di convivenza; siate sempre animati dal desiderio di stabilire dei veri e propri 'patti di prossimità, ecco, prossimità, avvicinarsi per essere prossimo".Gli applausi più calorosi il Papa li ha raccolti quando ha ricordato la morte dei 7 lavoratori cinesi, 5 uomini e 2 donne, due anni fa a causa di un incendio nella zona industriale di Prato. Bergoglio ha denunciato il "cancro dell'illegalità" e dello sfruttamento del lavoro. "La sacralità di ogni essere umano richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno". Quei poveri morti "vivevano e dormivano - aggiunge - nello stesso capannone in cui lavoravano: è una tragedia dello sfruttamento e delle condizioni disumane di vita. Questo non è un lavoro degno". "La vita di ogni comunità - aggiunge il Papa - esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione e il veleno dell'illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità!".Al termine del discorso, il Santo Padre è sceso sul sagrato della Cattedrale e ha salutato alcuni rappresentanti della comunità ecclesiale, civile, imprenditoriale e operaia della città. In particolare, dentro il Duomo il Papa ha avuto un momento di incontro personale con 59 persone, tra cui una coppia di disoccupati, tre sindacalisti e i rappresentanti delle comunità cinese (compreso un frate), ucraina, polacca, romena, filippina, nigeriana e pakistana, oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali, dei sindaci della provincia, delle associazioni di categoria e della diocesi. Sia all'arrivo sia alla partenza Papa Francesco si è soffermato in piazza Duomo, a salutare malati e bambini.Con un leggerissimo ritardo il Papa ha poi raggiunto in auto il campo sportivo comunale dove si è congedato da Prato ed è decollato in elicottero alla volta di Firenze.