mercoledì 1 gennaio 2025
È scomparso, all'età di 86 anni, il prefetto emerito delle Cause dei santi. Il cordoglio di Francesco e il ricordo della sua diocesi, Molfetta
Il cardinale Angelo Amato nel 2018 assieme a papa Francesco

Il cardinale Angelo Amato nel 2018 assieme a papa Francesco - Siciliani

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Ieri, 31 dicembre 2024, è morto il cardinale Angelo Amato, prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi: aveva 86 anni. La notizia, assieme al profilo del porporato, è stata pubblicata sul sito di Vatican News.

«Rendo grazie a Dio per l’edificante testimonianza di questo figlio spirituale di san Giovanni Bosco che per tanti anni si è speso con finezza umana e generosità per il Vangelo e la Chiesa – si legge nel telegramma inviato dal Papa ai familiari e al vicario del rettor maggiore dei salesiani, don Stefano Martoglio, per la scomparsa di Amato –. Penso al suo animo sacerdotale e alla preparazione teologica con cui ha servito la Santa Sede, specialmente nel Dicastero per la dottrina della fede e in quello delle cause dei santi. Assicuro la mia preghiera per l’anima di questo servo buono e vigilante che, fedele al suo motto “Sufficit gratia mea”, anche negli ultimi tempi segnati dalla sofferenza si è abbandonato alla bontà del Padre celeste – conclude Francesco –. Confido che, accompagnato da Maria Ausiliatrice e dai santi e beati che ha condotto alla gloria degli altari, egli sia accolto nel convito eterno del cielo e invio la mia benedizione a quanti condividono il dolore per la sua scomparsa».

Il cardinale Angelo Amato nel 2013

Il cardinale Angelo Amato nel 2013 - Siciliani

Nato a Molfetta (Bari), l'8 giugno 1938, da una famiglia di costruttori navali, primo di quattro figli, aveva intrapreso gli studi presso l'Istituto nautico di Bari, nella sezione dei capitani di lungo corso. Ma all'inizio del terzo anno di studi, nell'ottobre 1953, decise di abbandonare questa carriera per entrare nell'aspirantato salesiano di Torre Annunziata, emettendo la prima professione religiosa nel 1956. Si era poi trasferito a Roma per proseguire gli studi presso l'allora Pontificio Ateneo Salesiano (oggi Università Pontificia Salesiana), ottenendo la licenza in filosofia. Nel 1962 emise la professione religiosa perpetua, iniziando a svolgere due anni di tirocinio pratico al collegio salesiano di Cisternino (Brindisi), dove si dedicò anche all’insegnamento di lettere nella scuola media. Dopo aver ottenuto la licenza in teologia alla Facoltà di teologia dell'Università salesiana, a Roma, venne ordinato sacerdote il 22 dicembre 1967.

Iscrittosi alla Pontificia Università Gregoriana, nel 1974 conseguì il dottorato in teologia venendo subito chiamato all'insegnamento della materia. Nel 1977 venne inviato in Grecia dall'allora Segretariato per l'unità dei cristiani, trascorrendo quattro mesi nella residenza ateniese dei gesuiti per la preparazione linguistica in vista dell'iscrizione all'università. Superato l'esame di ammissione (greco moderno scritto e parlato), passò a Salonicco, come borsista del Patriarcato di Constantinopoli. Prese residenza presso il Moni' Vlatadon (Vlatadon Monastery), sede del convento dei monaci ortodossi e dell'Idrima ton Paterikon Meleton (Istituto di studi patristici), con una biblioteca specializzata in teologia ortodossa e una preziosa collezione di microfilm dei manoscritti del Monte Athos.

In seguito, si iscrisse alla Facoltà di teologia dell'Università di Salonicco, seguendo le lezioni di storia dei dogmi di Jannis Kaloghirou e quelle di dogmatica sistematica di Jannis Romanidis. Si dedicò quindi anche a una ricerca sul sacramento della penitenza nella teologia greco ortodossa dal XVI al XX secolo, pubblicata poi nella collana «Analekta Vlatadon» (1982).
Tornato a Roma, tornò all’insegnamento, come docente di cristologia nella Facoltà di teologia della Pontificia Università Salesiana, della quale fu decano dal 1981 al 1987 e dal 1994 al 1999. Negli anni 1997-2000 è stato anche vice rettore dell’Università.
Nel 1988 si recò inviato a Washington per approfondire gli studi sulla teologia delle religioni e per completare il manuale di cristologia.

Venne quindi nominato consultore della Congregazione per la dottrina della fede, dei Pontifici Consigli per la promozione dell'unità dei cristiani e per il dialogo interreligioso, e consigliere della Pontificia accademia mariana internazionale. Nel 1999 fu nominato prelato segretario della ristrutturata Pontificia accademia di teologia e direttore della neonata rivista teologica «Path». Dal 1996 al 2000 ha fatto parte della Commissione teologico-storica del grande Giubileo dell'Anno duemila.

Il 19 dicembre 2002 divenne segretario della Congregazione per la dottrina della fede ed eletto alla sede titolare di Sila con il titolo personale di arcivescovo. Fu quindi ordinato vescovo il 6 gennaio 2003 da papa Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana. Il 9 luglio 2008 Benedetto XVI lo scelse come successore del cardinale Josè Saraiva Martins come prefetto della Congregazione delle cause dei santi e nel Concistoro del 20 novembre 2010 lo creò cardinale della diaconia di Santa Maria in Aquiro.

Amato ha partecipato al Conclave del marzo 2013 che ha eletto papa Francesco. Il 19 dicembre 2013 Bergoglio lo ha confermato «donec aliter provideatur» come prefetto della Congregazione delle cause dei santi, incarico che ha lasciato nel 2018 poco prima di compiere 80 anni.

Nel novembre 2013 ha chiuso nella Cattedrale di Molfetta la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione di don Tonino Bello. «La libertà di pensiero e di azione, la valorizzazione dei laici, l'educazione ai giovani, il valore della pace, l'amore verso il prossimo, la considerazione dei poveri – ricordava Amato in quell’occasione – sono gli insegnamenti di don Tonino (vescovo di Molfetta dal 1982 al 1986, ndr). La sua testimonianza ci dice che la santità non è un privilegio di pochi, ma una vocazione per tutti, perché tutti siamo chiamati a seguire Gesù e le virtù teologali: fede, speranza e carità».

Il vescovo di Molfetta, monsignor Domenico Cornacchia, insieme a tutta la diocesi in una comunicato ricorda «con profonda gratitudine il cardinale Amato come uomo di fede e pastore instancabile, che ha servito con grande dedizione la Chiesa universale e il popolo di Dio».

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