Genuin (al centro) assieme al Papa e a Jöhri nel 2018 - Vatican Media
Fra Roberto Genuin, religioso veneto, classe 1961, poche settimane fa è stato confermato alla guida dell’Ordine dei frati minori cappuccini, «circa 10mila religiosi sparsi in 110 Paesi del mondo», per un altro sessennio (2024-2030). È superiore generale di questo Istituto maschile dal 2018, è il 73° ministro generale dell’Ordine francescano, il terzo di questo inizio millennio (dopo il canadese John Corriveau e lo svizzero Mauro Jöhri) ed è veneto come fra Flavio Roberto Carraro (1932-2022), che fu generale dal 1982 al 1994 e poi fu chiamato da Giovanni Paolo II a guidare le diocesi di Arezzo-Cortona-San Sepolcro e poi Verona.
Il religioso vestito con il tradizionale saio marrone vive il suo secondo mandato da ministro generale «come un momento di grazia per investire soprattutto sui giovani, per non lasciarli soli ma credere nelle loro potenzialità anche vocazionali. La recente Gmg di Lisbona e il lascito del magistero di Giovanni Paolo II dedicato a loro ci hanno confermato quanto sia importante per la Chiesa mettersi in ascolto e in relazione con le attese e le loro domande inevase sulla vita e il senso del sacro». E annota: «Come modello vincente per un’autentica pastorale giovanile e di evangelizzazione soprattutto nel Vecchio Continente mi sono ispirato alla figura del futuro santo Carlo Acutis (le cui spoglie riposano nel Santuario della spogliazione a noi affidato ad Assisi) che con la sua testimonianza sta attirando tanti ragazzi a scoprire l’essenzialità del messaggio evangelico».
Quale segreto, dunque, per attirare i ragazzi? «Puntare con una proposta seria all’incontro personale con il Signore e lasciando germogliare i frutti di queste chiamate quando Dio vorrà senza avere fretta...». Padre Genuin ci riceve nella sede della Curia generale dei cappuccini in via Piemonte a Roma, dove i frati ci aprono le porte con il loro tradizionale saluto di benvenuto, «pace e bene», che spesso è risuonato in tv dalla voce e dalla bocca di due frati illustri del nostro Novecento come Mariano da Torino e il già predicatore della Casa Pontificia e oggi cardinale Raniero Cantalamessa. «Spero nel sessennio che mi aspetta – è la sua confidenza – di mantenere vivo il carisma della fraternità ma anche di portare un clima di gioia e di allegria in tutti i conventi del Pianeta, tra questi prossimamente l’Eritrea e, se mi verrà permesso, la Bielorussia. Spero in questi contesti di offrire ai miei confratelli quello stile di semplicità e di annuncio della Buona Novella tanto caro al nostro fondatore e padre Francesco d’Assisi».
Di fronte all’inverno demografico del Vecchio Continente e alla crisi di vocazioni fra Genuin intravede anche dei segni di rinascita. E di speranza. «Per la prima volta – spiega – la Conferenza italiana dei cappuccini non è la più numerosa dell’Ordine, ma è preceduta da quella dell’India, rimanendo una realtà importante con più di 1.500 frati ma con una età media molto avanzata. Ma nella Francia spesso vista come terra di alta secolarizzazione sono nate, dopo 30 anni di deserto di vocazioni, due fraternità internazionali in cui convivono frati provenienti da tutto il mondo, e con la sorpresa di un bel gruppo di giovani che si affacciano alla nostra vita. Il segreto di questo inaspettato risveglio della vita religiosa? Credo risieda nello stile di vita e preghiera comune e semplice, nel valore della fraternità e dell’accoglienza verso tutti e le tradizionali proposte del nostro apostolato, come l’amministrazione dei Sacramenti, in particolare l’Eucaristia e il sacramento della Riconciliazione, nei nostri conventi». Tra i dati di rinascita della vita cappuccina in Europa, annota ancora Genuin, vi è «la prossima e inaspettata riapertura nell’Olanda, ormai scristianizzata, di un antico convento». E aggiunge un particolare: «Penso che nel Vecchio Continente, come ha prospettato il mio predecessore Mauro Jöhri, alla fine ci troveremo con un numero ridotto di province rispetto al glorioso passato, ma con una rete di fraternità sempre più internazionali, dove conviveranno, assieme agli europei di nascita, tanti africani e asiatici proprio come capita oggi, in fondo, nel nostro mondo molto globalizzato».
A confortare padre Genuin è la buona e costante crescita dei cappuccini in Asia, in particolare India, Thailandia, Indonesia, Vietnam, Filippine, Corea del Sud e Bangladesh. E del suo primo sessennio da generale rievoca l’esperienza fatta sul campo nelle Americhe, con tutte le province di quel continente, «dove il camminare insieme e lo stile di fraternità e di ascolto e di confronto ci ha aiutato a superare tante situazioni di fragilità spesso strutturali, e a creare una vera rete di aiuto e di ascolto reciproco tra noi frati. In questo modo siamo riusciti a superare e risolvere tanti problemi». Come i precedenti ministri generali, fra’ Roberto spera di visitare «durante questi 12 anni di generalato» tutte le realtà cappuccine presenti nel mondo. Individua tra le tante figure carismatiche dell’Ordine, l’attualità ovviamente di san Pio da Pietrelcina (1887-1968), ma anche lo stile semplice e convincente del venerabile bergamasco fra’ Cecilio Cortinovis (1885-1984) che spese la sua vita per i bisognosi di Milano, o il grande santo e dottore della Chiesa Lorenzo da Brindisi (1559-1619).
«Uno dei tratti che più ci contraddistingue – è la riflessione finale di fra Genuin – è la gioia di essere frati. Il ministro generale non deve pretendere di dirigere, ma deve animare il cammino dei frati in maniera tale che insieme si comprenda meglio dove il Signore ci sta portando. Credo che quello che ho potuto sperimentare nei miei primi sei anni da superiore generale sia proprio questo: trovare nelle mura dei nostri conventi non la felicità superficiale, ma la felicità vera constatando quanto il Signore opera nelle nostre vite di semplici uomini di Dio».