Papa Francesco in collegamento con la Stazione spaziale - ANSA
«Voi siete un piccolo Palazzo di Vetro, e la totalità è più grande della somma delle parti, questo è l'esempio che ci date. Grazie perché siete rappresentanti di tutta la famiglia umana nel grande progetto di ricerca di questa stazione spaziale». Sono le parole conclusive, prima della benedizione, pronunciate da papa Francesco al termine di venticinque minuti di dialogo con l'equipaggio della Stazione spaziale internazionale (Iss). Venticinque minuti in cui il Pontefice ha rivolto sei domande profonde, o anche semplicemente curiose, agli astronauti. Le risposte sono arrivate in italiano, in russo, in inglese. A riprova di quell'incontro tra nazioni - appunto il Palazzo di Vetro citato dal Papa, ovvero la sede delle Nazioni Unite - che si realizza nello spazio, da dove la Terra, come è stato detto in una risposta, appare «in pace, senza frontiere e senza guerre».
La voce di un Papa venuto «dalla fine del mondo» è arrivata oltre i confini stessi del mondo. L'evento è stato trasmesso in diretta dal Centro televisivo vaticano.
L’equipaggio della missione attualmente in orbita – si tratta della “Expedition 53” – è composto da sei astronauti: tre statunitensi, due russi e un italiano, Paolo Nespoli.
E per Nespoli, 60 anni, è stato un bis: l’astronauta italiano era infatti a bordo della Stazione spaziale anche quando Benedetto XVI si collegò il 21 maggio 2011 con l’Iss. Allora papa Ratzinger, dalla Biblioteca Vaticana, dialogò per mezz’ora con i sei astronauti dell’Iss, a cui si erano aggiunti quelli dello Space Shuttle Endeavour (tra cui l’italiano Roberto Vittori), che nel suo ultimo volo aveva portato strumenti e materiali all’Iss.
Quello era stato il primo colloquio di un Pontefice con interlocutori nello spazio, a circa 400 chilometri dalla Terra, e si era svolto in una modalità inusuale, che Francesco ha scelto di ripetere: era stato infatti Benedetto XVI a rivolgere delle domande, cinque, ed erano stati gli astronauti a rispondere. Nell’ultima domanda tra l’altro, particolarmente intensa, il Papa aveva chiesto proprio a Nespoli, che aveva perso la madre mentre era in orbita, come avesse vissuto quel momento in una situazione di separazione da tutto, ricordandogli che aveva pregato per lui.
Se si pensa ai Papi del post-Concilio e al loro “rapporto” con lo spazio, non si può non citare una scena divenuta celebre: quella di Paolo VI che seguì la lunga diretta Rai dello sbarco sulla Luna, nella notte fra il 20 e il 21 luglio 1969, e che benedisse l’impresa dell’Apollo 11.