venerdì 25 ottobre 2013
Ore febbrili in vista della riunione dell'ufficio di presidenza di oggi pomeriggio. Sia tra i lealisti che tra i governativi si susseguono gli incontri e i contatti per tentare di impedire che la riunione del "parlamentino" si trasformi in una netta spaccatura.
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​Ore febbrili nel Pdl in vista della riunione dell'ufficio di presidenza di oggi pomeriggio. Sia tra i lealisti che i governativi si susseguono gli incontri e i contatti per tentare di evitare che la riunione del 'parlamentino' si trasformi nell'ultimo atto di un partito unito e decreti, invece, una netta spaccatura tra le due anime che ormai da settimane agitano il Pdl. La convocazionedell'ufficio di presidenza ha colto di sorpresa i governativi, viene riferito, perché nell'ultimo faccia a faccia dell'altra sera tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano la convocazione della riunione non era neanche stata presa in considerazione. Dunque, dai governativi viene letta come una dichiarazione di guerra. Fonti pidielline, spiegano poi, che tra i lealisti sta crescendo la voglia, al di là delle dichiarazioni pubbliche, di andare alla spaccatura, costringere in un certo modo i governativi a lasciare il partito. E, stando alle ultime decisioni prese dal Cavaliere, sarebbe questa la strada che si è intrapresa, tanto che tra i governativi non siusano mezzi termini: hanno messo, spiega uno di loro, Angelino Alfano con le spalle al muro. Più che un parricidio stanno preparando un infanticidio. Del resto, tra i governativi al momento non c'è la certezza sulle mosse che compirà Alfano nel caso Berlusconi vorrà porre la questione in maniera netta: o con me o contro di me. Crescono i dubbi dei governativi sulla decisione finale che, in quel caso, prenderà il segretario.Ma c'è chi anche, nel Pdl, non esclude che in quel caso altri per ora sulla linea di Alfano possano rivedere le loro posizioni e 'staccarsi' dai governativi. E viene anche contestata la 'legittimità" dell'ufficio di presidenza, inquanto composto ancora secondo la vecchia struttura del partito, senza tener conto della diaspora dei finiani, senza - viene spiegato - che sia stato 'aggiornato' sulla base dei nuovi assetti non solo del partito, ma anche degli esponenti di governo. Insomma, al momento - anche se si continua a trattare a studiare le diverse strategie - sembra profilarsi un redde rationem. Chi ha avuto modo di sentire il segretario, riferisce che Alfano sarebbe rimasto 'colpito' dall'accelerazione impressa alla situazione. Raccontano, inoltre, che sarebbe al momento rientrata anche l'ipotesi di affidare ad Alfano il ruolo di vicepresidente della rinata Forza Italia. I governativi sono sul piede di guerra, ma anche i lealisti vogliono giocarsi la battaglia fino in fondo. Entrambe le due 'fazioni' però, sperano in un ripensamento del Cavaliere. Non è escluso, viene riferito, che possano esserci contatti prima dell'ufficio di presidenza tra il segretario e Berlusconi.
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