Uno dei documenti ministeriali con ui si rifiutadi spiegare le motivazioni dell'assegnazione di porti lontani - undefined
La ragione per cui le navi umanitarie vengono spedite a centinaia di miglia e a molti giorni di navigazione dalle operazioni di soccorso non può essere resa nota. Un “segreto di stato” coperto da spiegazioni in ombra: misteriose operazioni della Nato, indagini giudiziarie coperte dalla riservatezza, relazioni internazionali a rischio.
A scriverlo sono il Ministero dell’Interno e il Comando delle Capitanerie di porto. Documenti che arrivano quando su ordine delle autorità italiane la Ocean Viking ha consegnato 23 feriti gravi a un rimorchiatore che li ha poi affidati alla Guardia costiera di Catania, mentre la nave di Sos Mediterranee è costretta a proseguire con gli altri 330 naufraghi verso il porto di Ancona, dove arriverà non prima di domani. na prassi, quella dei “porti lontani”, affinata dall’attuale governo mentre alla prima finestra di bel tempo Lampedusa è tornata ariempirsi: oltre 1.200 persone giunte in meno di due giorni.
Solo la “Life Support”, nave di Emergency, da dicembre 2022 al novembre 2023 su 105 giorni trascorsi in mare, 56 li ha impiegati per trovare l'approdo: 22.600 chilometri per raggiungere i “porti lontani” scelti dal governo. Ogni 7 giorni di navigazione, metà del tempo è stato speso per essere tenuti alla larga dalle aree di intervento. E quasi 1 milione di euro è stato sprecato per raggiungere le destinazioni lontane, un terzo dell’intera spesa per i salvataggi.
La "Life Support" di Emergency - Emergency
Uno dei documenti ministeriali con ui si rifiutadi spiegare le motivazioni dell'assegnazione di porti lontani - undefined
Messa così sembra che le organizzazioni umanitarie vengano allontanate di proposito per evitare che diventino testimoni scomodi di attività militari riservate. A prendere per buone le «non risposte», sembrerebbe che intorno ai migranti si stia giocando una partita geopolitica talmente complessa da mettere a repentaglio la stabilità di tre continenti (Europa, Asia e Africa) e le sorti politiche dei 26 Paesi Nato. Uguale accortezza non è però destinata per tutte le altre migliaia di navi in transito sulle stesse rotte, a cui mai è chiesto di deviare dalla rotta originaria.
Anche al ministero dell’Interno, in data 10 gennaio 2024, ribadiscono che ci sono motivi «in particolare legati alla salvaguardia delle relazioni nazionali ed internazionali ed alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica». E nessuno spiegherà perché, come avvenuto ieri, la Ocean Viking possa sostare davanti al porto di Catania per trasbordare 23 feriti gravi, ma nello stesso scalo non possa sbarcare tutti gli altri superstiti.