sabato 15 marzo 2025
Si troverebbe nel penitenziario di massima sicurezza El Rodeo I situato nel municipio Zamora, a decine di chilometri da Caracas. La famiglia, che non lo sente dal 15 novembre, si appella a Meloni
Il cooperante veneto Alberto Trentini, in carcere in Venezuela dal 15 novembre 2024 senza contatti con i familiari

Il cooperante veneto Alberto Trentini, in carcere in Venezuela dal 15 novembre 2024 senza contatti con i familiari - Ansa

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Quattro mesi di silenzio, prigionia e solitudine. Il cooperante italiano Alberto Trentini non è riuscito a comunicare con nessuno dallo scorso 15 novembre, giorno del suo arresto nella località venezuelana di Guasdualito. Da allora non è stato sentito né dai familiari né dalle autorità consolari italiane. E fino a ieri non si conosceva neppure la sua ubicazione, che secondo l'Ansa è il carcere di massima sicurezza El Rodeo I situato nel municipio Zamora, a decine di chilometri da Caracas. Secondo la fonte, Trentini si troverebbe in una sezione allestita per gli stranieri detenuti dall'estate 2024, con l'aumento delle tensioni politiche nel Paese. Ma la pista di El Rodeo I non è stata ancora confermata né dalla Farnesina né dalle autorità venezuelane.

Il caso Trentini è stato portato al G7 in Canada dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, mentre sì discuteva sulla crisi dei prigionieri stranieri in Venezuela. Sarebbero 66, secondo l'Ong Foro Penal. «Ne ho parlato con il segretario di Stato Usa, Marco Rubio», ha riferito Tajani. E a tale proposito potrebbe essere coinvolto l'inviato di Washignton Richard Grenell, che è riuscito a liberare i sei prigionieri statunitensi - che erano reclusi a El Rodeo I - e ha recentemente ottenuto il ripristino dei voli di rimpatrio provenienti dagli Usa. I voli erano stati sospesi da Maduro come rappresaglia alla revoca della licenza A41 concessa dall'amministrazione Biden alla petrolifera Chevron, con l'impatto di oltre 3 miliardi sulle casse del Paese sudamericano, spingendo Caracas nelle braccia di Mosca. Infatti, il presidente russo Vladimir Putin ha invitato Maduro a visitare Mosca il prossimo 9 maggio, Giorno della vittoria sulla Germania nazista, per sottoscrivere un «trattato di partenariato strategico e di cooperazione, che creerà una base buona e solida per ampliare i nostri legami a lungo termine».

Ma su Trentini tutto tace al palazzo di Miraflores, dove si è scelto massimo riserbo sulla vicenda. Lo stesso per quanto riguarda le autorità diplomatiche venezuelane in Italia. Segnale che potrebbe alludere alla volontà di trattare per la liberazione del cooperante.

Sulla sponda italiana i familiari - in particolare la madre Amanda - vorrebbero che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ne parlasse in pubblico. La richiesta è quella di fare almeno una dichiarazione pubblica per chiedere la liberazione del cooperante, come avvenuto in altre occasioni. La situazione è seguita con interesse anche dalla Chiesa.

Cresce infine il sostegno dal basso per la liberazione del 46enne di Lido Venezia, con oltre mille adesioni al digiuno lanciato dal Mercoledì delle ceneri dall'avvocata Alessandra Ballerini e dai familiari di Trentini. Quasi duecento persone hanno aderito al digiuno di ieri 14 marzo. Aumentano anche le firme per la petizione indetta su Change.org per la liberazione del cooperante, ora a quota 80mila. «Magari potesse anche solo telefonare», scrivono i promotori dell'iniziativa "Alberto Trentini Libero", che sperano sempre di poterlo «riabbracciare una volta rientrato a casa».

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