giovedì 14 luglio 2016
​Il bilancio dello schianto è 23 morti e 52 feriti. Rivelati i nomi delle vittime. Lo strazio dei parenti. Trani, creato pool di magistrati. IL VIDEO DEL NOSTRO INVIATO Commissione d'inchiesta del ministero sul blocco telefonico
Il giorno del dolore, indagati 5 ferrovieri
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Ventitrè. Le vite spezzate da quei due treni schiantatisi l’uno addosso all’altro nella Murgia barese. Bilancio definitivo. Tutti sono stati identificati, tranne un uomo italiano apparentemente fra 55 e 65 anni (del quale nessuno ha chiesto il corpo). Mentre, col pianto, sale anche la rabbia dei familiari: «Adesso vogliamo che i nostri cari abbiano giustizia». E ci sono i primi avvisi di garanzia. Le salme saranno consegnate ai parenti domani, dopo i riconoscimenti di ieri mattina e (inchiesta giudiziaria permettendo), «i funerali si terranno probabilmente sabato mattina», ha detto Francesco Introna, responsabile del Dipartimento di medicina legale barese. Mentre non si arresta la corsa della gente a far file per donare il sangue: duemilaottocento sacche raccolte in ventiquattr’ore.

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Il bilancio. Dunque 23 morti. I feriti sono 52, 27 dei quali già dimessi dai tre ospedali che li avevano accolti. LA TRAGEDIA Scontro frontale tra due convogli: 27 morti L’inchiesta. «Il treno che non sarebbe dovuto partire in linea di massima è quello da Andria, ma la certezza la daranno solo i riscontri scientifici», ha spiegato Francesco Giannella, Procuratore capo facente funzioni di Trani: «Non è un mistero – ha continuato il giudice – che ci si chieda dei livelli di sicurezza e dei finanziamenti che sarebbero stati erogati per il miglioramento, l’ammodernamento, il raddoppio e la messa in sicurezza di questa linea. Naturalmente, con più fatica e tempo, bisognerà indagare anche su questo». Poi l’annuncio che «è stato creato un pool» di quattro sostituti che con lui si occuperanno dei «vari livelli di questa indagine », nella quale si ipotizzano i reati di «disastro ferroviario » e «omicidio plurimo colposo».

Gli indagati. Nel tardo pomeriggio di ieri sono arrivati i primi cinque avvisi di garanzia. Prevedibili, a carico di altrettanti uomini di 'Ferrotramviaria srl' (la società che gestisce la tratta, ndr) che erano in servizio l’altroieri nelle stazioni di Andria e Corato. L’indagine muove da alcune certezze, su tutte il segnale di partenza dato al treno fermo ad Andria. Che si è mosso quando non avrebbe dovuto con semaforo verde. Perché? Solo errore umano, ipotesi finora prevalente tra gli inquirenti, o anche guasto tecnico del semaforo?

 

La società. C’è anche una seconda inchiesta. Quella, amministrativa, della 'Ferrotramviaria srl'. Il direttore Massimo Nitti si difende: «Non abbiamo mai pensato di far andare la gente senza condizioni di sicurezza, i viaggiatori sono il nostro patrimonio. È una tragedia immane».

Scatole nere. La Polfer di Bari ha recuperato entrambe le scatole nere dei due treni coinvolti nella tragedia e sebbene una sarà difficilmente utilizzabile, vengono considerate fondamentali per le indagini. Già l’altro ieri nelle stazioni di Andria e Corato era stata sequestrata la documentazione riguardante i due treni.

Le tensioni. Nella mattinata si è avuta qualche tensione al Policlinico: davanti all’istituto di Medicina le- gale di Bari alcuni parenti volevano entrare, ma è stato permesso solo a due congiunti. «Dobbiamo vedere i nostri cari che sono morti», hanno urlato in parecchi, spingendo per entrare. A quel punto il personale ha provato a chiudere le porte, ma appena una è stata socchiusa, in molti hanno urlato «vergogna» e fra le lacrime hanno spiegato che «non è possibile essere trattati così, abbiamo i nostri morti là dentro». Poi la situazione è tornata alla normalità e le porte sono state riaperte. 

 

 «Peso insopportabile». «Catastrofe senza precedenti che rimarrà come un peso insopportabile sul cuore di tantissimi di noi», ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano, che ieri ha trascorso la giornata visitando i feriti negli ospedali di Andria, Bisceglie e Barletta. Il lutto cittadino. Il Comune di Andria (dove ieri sera si è tenuta una fiaccolata in ricordo delle vittime) ha proclamato il lutto cittadino. Lo ha fatto sapere il sindaco, Nicola Giorgino. Durerà «fino alla celebrazione dei funerali».

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