venerdì 11 agosto 2023
In vent'anni quasi 100 mila visite gratuite di medicina generale e specialistica a profughi, irregolari, italiani senza dimora. E migliaia di pratiche per le iscrizioni al Servizio sanitario nazionale
L'ingresso dell'ambulatorio di Marghera: sul cancello l'articolo 32 della Costituzione sul diritto alla salute

L'ingresso dell'ambulatorio di Marghera: sul cancello l'articolo 32 della Costituzione sul diritto alla salute - Marco Affanni per Emergency

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«Sì, siamo il medico di base di chi non ce l’ha. Anche se avrebbe diritto ad averlo». Marta Carraro sospira e alza le sopracciglia dei suoi occhi chiari. Qui, nella sala d’attesa dell’ambulatorio di Emergency a Marghera - di cui è la responsabile da dieci anni - ogni giorno è un viavai di donne bengalesi con i figli, nordafricani, senegalesi, moldavi. E italiani, un quinto tra i pazienti di odontoiatria. Tutti accomunati da una condizione di fragilità economica e sociale che si frappone al riconoscimento del loro diritto alla salute. Quello solennemente sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Per mettere subito in chiaro come la pensano, quelli di Emergency l’hanno scritto sul cancello d’ingresso: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

A Marghera, una delle sei municipalità di Venezia, questo edificio – dipinto di rosso e bianco come i colori dell’ong di Gino Strada - ospitava un centro di igiene mentale che il Comune ha concesso con un affitto agevolato. Qui, nel cuore del ricco Nord-Est, Emergency fa quasi 2 mila visite al mese - medicina generale, farmacia, odontoiatria, pediatria, oculistica - a donne, bambini, uomini e anziani, spinti ai margini dalle leggi, “scartati” dal sistema economico.

Due gli ambulatori di oculistica

Due gli ambulatori di oculistica - Emergency

La struttura e le prestazioni

L’edificio di 240 metri quadri ospita sei ambulatori, due sale d’attesa, sala colloqui e reception, oltre a magazzini, spogliatoio, uffici e bagni. Staff di 20 persone, alcuni contrattualizzati dall’ong (un medico, un infermiere, tre mediatori culturali, un dentista con l’assistente, un addetto alle pulizie), il resto volontari: medici internisti, pediatri, odontoiatri, psicologi, infermieri, volontari non sanitari.

Una struttura relativamente piccola, che produce numeri importanti. In quasi 20 anni – è la più vecchia struttura di Emergency in Italia – ha offerto a titolo del tutto gratuito quasi 100 mila prestazioni, 97.180 per la precisione. Nel 2022 ha avuto 1.783 pazienti, di cui 1.109 primi accessi; 10.508 le prestazioni, di cui 2.835 di medicina generale, e 2.762 prestazioni infermieristiche. «Delle oltre 10 mila prestazioni – dice Marta Carraro - solo 86 le abbiamo dovute dirottare al pronto soccorso. Senza di noi sarebbero finiti tutti a intasarlo di codici bianchi». I dentisti hanno curato 467 pazienti con 1.689 prestazioni: «Pulpiti e ascessi, per la scarsa igiene di chi vive in strada».

Per questa ong che gira il mondo per curare le vittime di guerra, l’ambulatorio di Marghera non è un’eccezione. In Italia Emergency è presente anche a Milano con un camion ambulatorio, il Politruck, a Brescia con lo sportello di orientamento sociosanitario, a Sassari e al quartiere Ponticelli a Napoli con due ambulatori, a Castel Volturno (Ce), Polistena e Rosarno (Rc), Ragusa con l’assistenza ai braccianti agricoli.

Nel 2022 sono stati 1.783 i pazienti assistitit, di cui 1.109 primi accessi

Nel 2022 sono stati 1.783 i pazienti assistitit, di cui 1.109 primi accessi - Emergency

I pazienti: irregolari, profughi, italiani senzadimora

Le nazioni più presenti sono, dopo il boom di profughi dall’Ucraina, Bangladesh, Marocco, Tunisia, Romania, Senegal, Moldavia, Nigeria, Albania e Italia. Il 43% sono extracomunitari con permesso di soggiorno, ma senza iscrizione al Ssn, il 40% extra-Ue irregolari, l’11% comunitari ma fuori dal Servizio sanitario nazionale. E se la salute è un diritto, Emergency non intende fare supplenza alle istituzioni. Un grande lavoro è quello di aiutare i pazienti ad accedere al Servizio sanitario cui hanno diritto. Accompagnandoli, se serve, negli uffici pubblici. Tanti sono irregolari perché hanno perso il permesso di soggiorno quando sono stati licenziati: «Diventare irregolari è facile – spiega Marta Carraro – il contrario non succede quasi mai. Come i bengalesi arrivati per lavorare nei cantieri di Porto Marghera: una volta assunti hanno fatto venire la famiglia e preso il mutuo per la casa. Poi sono stati licenziati. E se non trovi un lavoro regolare entro un anno, ti scade il permesso per attesa occupazione. Erano ben inseriti, mandavano i figli a scuola. Hanno perso tutto, dalla casa al Servizio sanitario».

Poi ci sono i profughi che arrivano dalla Rotta Balcanica – da Pakistan, Afghanistan, perfino dalla Sierra Leone - stremati dal viaggio e dalle violenze delle polizie di frontiera. «Fanno domanda d’ asilo e hanno subito un permesso temporaneo. Ma la Questura fissa l’appuntamento dopo mesi. E per l’iscrizione al Servizio sanitario chiedono una “dichiarazione di ospitalità”. C’è un mercato nero, per una dichiarazione di ospitalità ci sono italiani e stranieri che chiedono 200 euro, 400 per una residenza». Nemmeno per gli stranieri comunitari è semplice fruire della sanità pubblica: non sono irregolari, in quanto cittadini Ue, ma se non possono dimostrare l’autonomia economica o un regolare contratto, non riescono ad avere l'agognato tesserino azzurro

Non mancano gli italiani, molti senza-dimora, il 5% del totale, che arriva al 20% in odontoiatria. Oltre alle prestazioni di medicina di base e specialistica, il centro d’ascolto lavora in rete con la Caritas e il Terzo settore, col dormitorio comunale, soprattutto con gli uffici pubblici per ottenere i diritti negati.

L'ambulatorio di Marghera offre anche il servizio di pediatria

L'ambulatorio di Marghera offre anche il servizio di pediatria - Marta Buso per Emergency

Più diritti, più salute per tutti, meno sprechi

Il diritto alla salute, nei fatti, non di rado nel nostro Paese è negato anche ai bambini. È il caso del pediatra di base. «Per legge tutti i minori stranieri, anche se irregolari, hanno diritto all’iscrizione al servizio sanitario – spiega Marta Carraro – ma ad esempio la Regione Veneto fino a un po’ di tempo fa non offriva l’assistenza pediatrica a questi bambini. La cosa è finita in tribunale e la Regione è stata condannata». Ora cominciano ad aprire ai minori stranieri varie unità sanitarie locali come a Treviso, San Donà, Venezia, Mestre. Ma spesso è un servizio del tutto insufficiente. «A Vicenza c’è un ambulatorio che apre ai minori stranieri: ma per un’ora, ogni terzo giovedì del mese». E c’è stato il caso dei bambini ucraini che avevano l’apparecchio ortodontico, ma hanno interrotto la cura. I dentisti di Emergency se ne sono fatti carico.

Assicurare a tutti, regolari e non, l’assistenza sanitaria è un vantaggio per la salute di tutti e per le casse dello Stato, spiega Marta Carraro: «Escludere le persone dalla sanità è miope. I pronto soccorso sono comunque tenuti ad accettare tutti, ma si intasa il sistema con conseguenze per tutti. E costa di più: se un paziente è iperteso, basta un controllo l’anno e una terapia farmacologica. Se lo escludi dal servizio sanitario, nessuno gli misurerà la pressione, un giorno magari avrà un infarto, serviranno interventi urgenti, ricoveri, invalidità. Lui si rovina la vita, e la sanità si deve comunque far carico di costi altissimi». Poi ci sono malattie trasmissibili come la sifilide: «Ci sono bulgare che si prostituiscono e non sanno nulla dei rischi. Se curate subito, loro guariscono e nessuno si contagia». È quello che dice l’articolo 32: «La salute come diritto dell’individuo e interesse della collettività». Perché stare meglio tutti non solo è giusto, ma anche conveniente.

In 10 anni l'ambulatorio di Marghera ha offerto 97.180 prestazioni

In 10 anni l'ambulatorio di Marghera ha offerto 97.180 prestazioni - Emergency

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