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Un momento dell'incontro fra il Guardasigilli Carlo Nordio e la delegazione dell'Anm. - Courtesy of Ministero della Giustizia
Due ore di discussione, proposte e pourparler, dopo le quali entrambe le parti che si dicono abbastanza soddisfatte. Pare questo, almeno a stare alle note ufficiali, il primo esito dell'incontro in via Arenula fra il Guardasigilli Carlo Nordio e i vertici dell'Associazione nazionale magistrati, guidati dal presidente Cesare Parodi. Per il ministro, si è trattato infatti di «un confronto aperto e franco sui temi concreti della giurisdizione». E i temi sul tappeto, dibattuti «in uno spirito di piena collaborazione e reciproco rispetto», sono stati tanti: dai problemi del sovraffollamento carcerario e dell'esecuzione penale, all'edilizia penitenziaria, alla geografia giudiziaria e all'aggiornamento del processo telematico, fino alle difficoltà nell'applicazione del principio di collegialità legate al nuovo reato di femminicidio e alla carenza di personale. Non si è affrontato, ma era già chiaro fin dalle premesse dell'incontro, il principale nodo della discordia fra il ministro (e il governo) e i rappresentanti delle 9.500 toghe italiane, costituito dalla "madre di tutte le riforme" - per dirla col Guardasigilli - ossia la separazione assoluta fra le carriere di pm e giudice, con raddoppio dei Csm e istituzione di un'Alta corte disciplinare, contenuta nel disegno di legge costituzionale al vaglio del Parlamento.
Nordio: accordi per una azione bilaterale
Su molti degli argomenti tecnici - fa sapere una nota del dicastero di via Arenula -, «come l'interlocuzione continua e fattiva sull'uso dell'intelligenza artificiale e la risoluzione delle difficoltà legate alla durata dei processi», si sono trovati accordi «per un'azione bilaterale nello spirito di perseguire una tutela rapida ed effettiva dei cittadini». In altri casi, come quello della stabilizzazione del personale precario e dell'intervento sul diritto alla malattia dei magistrati, il ministro ha illustrato i propri risultati presenti e gli obbiettivi futuri, compatibilmente con le risorse a disposizione legate alla prossima legge di bilancio. Ancora, Nordio dice di essersi «trovato in sintonia con le toghe specie sui temi dell'efficienza della giustizia». Nelle oltre due ore di riunione, non sono mancati accenni a nodi ancora da sciogliere, come la problematica delle Rems, della carcerazione preventiva e dell'organico dei magistrati di sorveglianza. Il tutto in un'ottica di «continuativa collaborazione» tra ministero e Anm, volta all'ottenimento di «risposte concrete», pur nel rispetto delle reciproche posizioni.
Parodi: speriamo in risposte concrete
Una visione costruttiva che sostanzialmente collima con quella espressa dal presidente dell'Anm Parodi: «Abbiamo trattato tutti i temi che ci eravamo riproposti e che avevamo già trattato nell'incontro con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni» a inizio aprile a Palazzo Chigi. «Li abbiamo integrati con considerazioni sul tema del femminicidio e abbiamo lasciato, su molte materie, degli appunti con suggerimenti da parte del Anm in uno spirito di piena collaborazione - prosegue Parodi -. Il ministro ha ascoltato con estrema attenzione. Adesso speriamo che su molti punti ci possa essere una risposta concreta. Non c'è accordo su tutto, ma su molti temi direi che c'è stata una sintonia sicuramente». Questo è lo spirito «con cui abbiamo cercato l'incontro. Direi che il clima era sicuramente collaborativo. Non so dire, ovviamente, in che misura questo spirito collaborativo si tradurrà in concreto in provvedimenti, ma mi pare che su tantissimi aspetti ci sia stato un notevole interesse e una volontà di capire prima di tutto, eventualmente anche di provvedere».
Referendum, un comitato Anm-opposizioni?
Resta sullo sfondo, dunque, la grande tenzone fra toghe e governo di centrodestra sulla riforma costituzionale dell'ordinamento giudiziario, che l'Anm continua a ritenere pessima e foriera di pericoli per i cittadini. In attesa che il ddl completi l'iter previsto dalla Carta per le riforme costituzionali (duplice approvazione del testo, tanto alla Camera che al Senato, con distanza di almeno tre mesi fra ogni via libera), c'è chi ipotizza una formalizzazione del "fronte comune" fra le opposizioni e le stesse toghe, in vista di un (più che probabile) referendum confermativo. Ma il presidente dell'Anm per ora mette le mani avanti: «Al momento non può esserci un Comitato perché non c'è ancora un referendum, ma sicuramente considereremo la prospettiva di creare noi in futuro una struttura che possa relazionarsi con modalità che stiamo ancora valutando per opportunità ed efficacia». Ma sull'ipotesi che del Comitato possano far parte anche le opposizioni, non chiude la porta: «Stiamo parlando con tutti, per qualche ragione evidentemente».