martedì 15 aprile 2025
Associazioni e circoli rilanciano l’appello per scongiurare il ritorno dell’imposta sul valore aggiunto che rischia di colpire il Non profit Manfredonia: «È un patrimonio nazionale»
Un momento dell'incontro di stamane

Un momento dell'incontro di stamane - Imagoeconomica

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No al ritorno dell’Iva sulle attività sociali del Terzo settore. Gli enti del mondo nonprofit si mobilitano contro il rischio di essere trattati dal fisco alla stregua di esercizi commerciali. Acli e Arci lanciano un appello a Governo e Parlamento per scongiurare il pericolo che, in assenza di interventi, dal 1° gennaio 2026 decada l’esclusione per le associazioni dall’imposta sul valore aggiunto. Sarebbe una mazzata sulle migliaia di attività che creano coesione sociale, cultura, solidarietà nei territori. All’incontro pubblico “Aggiungiamo valore, non Iva“ per il lancio della proposta, Governo e partiti raccolgono la richiesta. La viceministra al Lavoro e alle politiche sociali Maria Teresa Bellucci prende un impegno: «La vostra proposta sarà certamente oggetto delle nostre analisi, insieme istituzioni, privato sociale, categorie professionali». E c’è il sostegno bipartisan dei partiti: «Noi siamo all'opposizione - dice la segretaria del Pd Elly Schlein - ma daremo un contributo al governo, se deciderà di ascoltare questa proposta».

All’incontro, a due passi da Palazzo Chigi, interviene il presidente delle Acli Emiliano Manfredonia. «I circoli e le associazioni sono un patrimonio nazionale, un patrimonio di tutti e non è né mercato né cosa pubblica - spiega Manfredonia - ma qualcosa di totalmente diverso, creato e consolidato nel tempo. I nostri volontari canalizzano tempo libero, passioni, competenze al servizio degli altri. Coprendo anche mancanze del nostro welfare». La politica deve muoversi: «Non possiamo ridurci a parlarne l’ultima settimana di dicembre - dice il presidente delle Acli - quando si avvicina la legge di Bilancio. Il Terzo settore merita di più, quantomeno la giusta attenzione. Non per agevolare noi, ma per capire come dare alle persone che si mettono insieme la possibilità di fare del bene, senza il peso di burocrazie inutili».

Walter Massa, presidente nazionale Arci, chiede di «scongiurare una misura che rischia di colpire duramente la libertà di associazione, aumentando i costi e la burocrazia per chi ogni giorno genera socialità, cultura e solidarietà nei territori. Una proposta avanzata al Governo già un anno fa - sottolinea - e che merita di essere conosciuta. Non per opporsi alle normative europee, ma per riconoscere all’associazionismo di Terzo Settore una funzione sociale e non commerciale, peculiare dell’Italia, come dichiarato recentemente anche dalle istituzioni europee». Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, sottolinea che «anche alla luce della recente autorizzazione europea al pacchetto fiscale, è fondamentale risolvere definitivamente e in tempi brevi il tema dell’Iva al Terzo settore non commerciale, che non può essere penalizzato». Fondamentale è «garantire la sostenibilità delle attività del Terzo settore, senza le quali il tessuto socio-economico del nostro Paese sarebbe ancora più fragile». Marina Montaldi, commercialista esperta di Terzo settore, spiega la proposta del Forum: «L’idea è definire una normativa ad hoc per le associazioni di Terzo settore nella quale sia riconosciuto che la quota sociale supplementare, se governata da criteri diversi da quelli economici, non sia qualificabile come corrispettivo e quindi sia esclusa dall’Iva».

La viceministra Bellucci ripercorre le difficoltà di spiegare all’Europa l’unicum italiano di un settore ampio e vitale che non è né Stato né mercato. E si impegna: «Al tavolo interministeriale esamineremo la vostra proposta ma anche tutti gli aspetti che riguardano l’Agenzia delle entrare e il Mef, per non incorrere in un problema di infrazione salatissima che pagherebbero gli italiani». Obiettivo è «mettere in protezione il mondo della solidarietà, cominciare dagli enti più piccoli: il 30% ha bilanci sotto i 5 mila euro, il 45% sotto i 60mila». Tanti i parlamentari all’incontro, di maggioranza e di opposizione. Per il senatore di Forza Italia Dario Damiani «gli enti del Terzo settore svolgono attività altamente meritorie e il più delle volte con poche risorse. Come Forza Italia siamo già impegnati a cercare una soluzione. Questo regime fiscale è stato introdotto dal Governo Draghi nel 2021, per rispondere a una procedura di infrazione europea che contestava all’Italia il mancato allineamento alla normativa europea sull'Iva del 2006. La sua entrata in vigore è stata più volte prorogata. Comprendiamo le preoccupazioni e ribadiamo il nostro impegno». L’opposizione promette sostegno: «Siamo positivamente sorpresi dalle apertura della Viceministra Bellucci - -dice il deputato di Avs Marco Grimaldi e - se davvero il Governo è pronto ad accogliere questa proposta presenti un Decreto di soppressione dell'Iva alle associazioni. Saremo pronti a votarlo, anche con la fiducia».

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