«Ognuno voterà secondo coscienza. Lascio ai 5 stelle la loro scelta, ma penso che voteranno di conseguenza, avranno le idee chiare...». In attesa di essere ascoltato dai 23 componenti della Giunta per le immunità del Senato, il ministro dell’Interno Matteo Salvini rivolge un appello al Movimento, ago della bilancia nel voto che autorizzerà o no la richiesta dei giudici di processarlo per sequestro di persona di 177 migranti. Intanto emergono, dal programma tv 'Piazzapulita', nuovi dettagli sul recente colloquio al Forum di Davos fra il premier Conte e Angela Merkel: parlando di Salvini e dei migranti, alla cancelliera tedesca Conte dice che il Matteo leghista «chiude tutto, non c’è spazio. Ma Angela non preoccuparti, sono molto determinato». Merkel gli chiede se Salvini sia «contro la Germania» e Conte replica: «Lui è contro tutti». Sul fronte Ong Salvini insiste intanto sulla barriera marittima: «Siamo al lavoro per risolvere definitivamente il problema, sigillando le acque territoriali italiane alle navi sgradite, come quelle delle Ong». Lo strumento per impedire l’ingresso delle navi umanitarie potrebbe essere il decreto-legge. E il ministro dei Trasporti conferma: «Stiamo creando una norma che inibisca l’ingresso delle Ong per ordine pubblico», dice Danilo Toninelli, ma «non si tratta di un blocco navale».
Giallo sulla lettera, ira M5s. Nel salotto tv di 'Porta a Porta', il ministro Salvini apre un piccolo giallo, sostenendo di aver «avvertito » della lettera al Corsera (quella della retromarcia sull’intenzione di andare a processo) sia «la presidenza del Consiglio» che «il vicepremier Di Maio». E ne spiega la motivazione: «Io ero tranquillo. Ma tutti gli amici mi hanno detto che il processo sarebbe stata un’invasione di campo senza precedenti». Ora «il Senato dovrà dire se l’ho fatto per interesse pubblico o mio capriccio personale».
Non appena le agenzie riportano le sue dichiarazioni, in M5s si diffondono irritazione e sconcerto: Luigi Di Maio non è stato avvisato, smentiscono, «Salvini lo fa perché vuole spaccarci, ripetendo la strategia usata con Berlusconi ». Un atteggiamento che fa crescere i dubbi sulla linea da tenere nel voto: dire sì o votare no, ma accrescendo i malumori interni e di parte della base? «È ovvio che alla fine si troverà una soluzione per negare l’autorizzazione a procedere – ragiona il sottosegretario alla Pa, Mattia Fantinati – probabilmente già nella Giunta».
A suo parere, «non può mica far saltare il governo per questo, non stiamo parlando di 'Ruby nipote di Mubarak'. Non si tratta di un’immunità, ma di ribadire che Salvini ha agito nell’interesse pubblico, su mandato del governo». Argomentazioni analoghe a quelle del presidente del Consiglio: «Parlare di immunità è uno strafalcione giuridico, definire il voto un salva-Salvini è un falso», dice Conte, secondo il quale «il quesito giuridico » è se il ministro abbia agito per il perseguimento di un interesse pubblico o «al di fuori del suo ruolo per interessi personali ». Un’arringa, quella del premier-avvocato, che esplicita l’ossatura di una eventuale memoria difensiva del governo. Un atto che, a norma di regolamento, il presidente della Giunta Maurizio Gasparri (Fi) non ritiene possibile: «Noi agiamo sulla base di atti formali, non di chiacchiericci. Salvini potrà introdurre tutti gli argomenti che riterrà, nella sua memoria difensiva. Per quanto riguarda gli altri, scrivano a C’è posta per te ».
Le proteste di Malta. Da La Valletta, intanto, arrivano le lamentele del governo maltese: degli 8 Paesi che a gennaio avevano accettato di accogliere 49 migranti sbarcati sull’isola, solo l’Italia non ha ancora avviato alcun contatto con Malta. ©