Covid in India. In ansia fuori dell'ospedale tra le vecchie bombole di ossigeno - Ufficio stampa Oxfam
“Dallo scoppio dell’emergenza Covid il numero di morti causato dal virus è stato 4 volte superiore nei paesi a basso-medio reddito, rispetto ai paesi ricchi”. Lo denuncia il rapporto "La pandemia dell’avidità", pubblicato da Oxfam, membro con Emergency della People’s Vaccine Alliance, a 2 anni esatti dalla dichiarazione di inizio pandemia da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Tragico il bilancio stilato nel dossier, che descrive una pandemia ben lungi dall’essere finita, e che sta impattando in modo insostenibile soprattutto nei paesi poveri, dove le persone non vaccinate sono ancora il 93%.
Considerando le morti in eccesso, rispetto al periodo pre-pandemico, la stima infatti è che a livello globale le vittime siano state 19,6 milioni, ossia quattro volte di più rispetto alle cifre ufficiali. Usando gli stessi parametri per ogni persona che ha perso la vita per il Covid19 in un paese ad alto reddito, il rapporto calcola che ne siamo decedute 4 nei paesi a reddito basso o medio-basso, con la sola variante Omicron responsabile di aver già causato 3 milioni di vittime dalla sua comparsa.
“Se l’impatto della pandemia nei paesi ricchi, come l’Italia, è stato devastante, nei paesi più poveri del mondo è stato praticamente insostenibile. I primi a farne le spese sono stati donne e bambini. Basti pensare che dallo scoppio dell’emergenza a livello globale ogni minuto, tre bambini hanno perso un genitore o un familiare, mentre solo in India, più di due milioni sono rimasti orfani. Nelle aree del mondo afflitte da conflitti, povertà spesso estrema, la mancanza di test e la ridotta capacità di raccolta, analisi e trasmissione dei dati sanitari ha fatto sì che un numero molto elevato di decessi causati dal Covid19, semplicemente non venisse segnalata dalla autorità competenti”, spiegano Sara Albiani, policy advisor su salute globale di Oxfam Italia e Rosella Miccio, presidente di Emergency.
Da qui- in vista del summit dell’Organizzazione Mondiale del Commercio che si dovrebbe tenere dal 9 al 15 marzo per discutere ancora della proposta di sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale dei brevetti - le due organizzazioni lanciano un nuovo appello perché si arrivi a rendere finalmente i vaccini un bene pubblico globale, prima che altre innumerevoli vite vadano perdute.
“Dopo due anni tutti vogliono davvero mettere la parola fine alla pandemia. Tutti tranne i leader dei paesi più ricchi che continuano a ignorare l’impatto ancora oggi devastante del virus – aggiungono Albiani e Miccio - I vaccini hanno rappresentato la grande speranza, ma i governi di quei paesi hanno costantemente sabotato ogni tentativo di prevederne una distribuzione globale, spinti da logiche nazionalistiche, miopi e colpevoli. Si dice da più parti che stiamo entrando in un'"era post-Covid", ma di fatto migliaia di persone muoiono nei paesi a basso reddito per mancanza di dosi. Le evidenze sembrano dirci che il livello di immunizzazione raggiunto con la terza o la quarta dose nei paesi ricchi non basti, che più il virus continuerà a circolare liberamente tra la gran parte della popolazione mondiale non ancora vaccinata, più aumenterà, il rischio di nuove, aggressive varianti. Finché i paesi a basso e medio reddito non saranno messi in condizione di produrre i vaccini autonomamente e su larga scala, attraverso la condivisione dei brevetti e della tecnologia, la pandemia resterà tra noi per un bel pezzo.”.