«C’è un crescente interesse per le armi che non va sottovalutato». Giorgio Beretta, analista dell’Opal (Osservatorio permanente sulle armi leggere), registra una maggior attrazione per pistole e fucili, non solo tra la criminalità di strada («le mafie invece hanno sempre avuto i loro arsenali») ma anche tra i cittadini comuni, probabilmente alla ricerca di un malinteso senso di sicurezza personale.
«Ci sono segnali che confermano questa tendenza - sottolinea Beretta-: una volta chi scassinava una cassaforte e ci trovava un’arma se ne disfava immediatamente, perché sapeva che le forze dell’ordine non gli avrebbero dato tregua. Adesso invece no, c’è una domanda crescente sul mercato nero di armi sottratte nelle abitazioni. Non solo pistole, ma anche fucili. Interessano ai piccoli criminali, bande giovanili comprese». Un “bisogno” su cui incidono due fattori. Il primo è di ordine pratico: «Se arrivi al confronto violento con un gruppo rivale devi essere attrezzato. Così, se c’è qualcuno che si arma per difendere ad esempio la propria piazza di spaccio, tu devi reagire di conseguenza. In questo modo si innesca una sorta di corsa al riarmo che determina anche un salto di qualità criminale: lo stiamo vedendo non solo nelle grandi aree metropolitane, a Sud come a Nord, ma anche nelle piccole città di provincia».
L’altra ragione è di ordine culturale: «I messaggi che passano su certi media e in Rete non aiutano: una parte dell’ambiente rap ad esempio ostenta spesso e volentieri armi e violenza, scimmiottando il modello che arriva dai cantanti americani. Una subcultura che si sta diffondendo e che viene rilanciata attraverso i social». Altro aspetto da non prendere sottogamba è quello delle armi che sparano a salve, quelle per capirsi con il “bollino rosso”. «In caso di rapina, nella concitazione del momento, è difficile capire se hai di fronte una pistola autentica. Le possono comprare anche i minorenni, e sono facilmente trasformabili in armi da fuoco». Il vero, grande pericolo, però, arriva dalle armi regolarmente detenute. «Molti le tengono in casa perché si illudono di essere più sicuri. Ma un dato smentisce questa tesi: negli ultimi 5 anni durante furti e rapine sono morte mediamente 10 persone all’anno. Di contro, ci sono stati almeno 40 morti causati dall’uso di armi legalmente detenute. Questo fa capire qual è la vera emergenza. L’arma in casa molto raramente serve a sventare furti. Però si rivela purtroppo molto efficace per uccidere la moglie o il vicino».
Giorgio Beretta (Opal): «Ogni anno 40 morti provocati da pistole regolarmente detenute. Attenzione alla subcultura violenta di un certo rap»
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