giovedì 3 aprile 2025
Le immagini sono state pubblicate da Refugees in Libya e girate nel Sahara. Proprio in queste ore Tripoli ha annunciato la sospensione delle attività per 10 Ong, considerate «ostili»
Un frame del video pubblicato sui social da Refugees in Lybia

Un frame del video pubblicato sui social da Refugees in Lybia - @RefugeesinLibya

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Quasi certamente una bimba. Non perché si riesca a metterne a fuoco i tratti, ma per il vestitino, per la capigliatura, per un certo modo di camminare. Che fa tenerezza e poi subito rabbrividire: è incerto, come se lei - scalza, sola al mondo - fosse spaventata, stremata, come se stesse scappando da qualcosa o verso qualcosa, senza sapere bene dove. È la protagonista di un video pubblicato sui social dalla Ong Mediterranea e diffuso un giorno fa da Refugees in Libya, girato nel deserto del Sahara tra Libia e Ciad.


«Dove sono le madri nel mondo occidentale? Un bambino nel deserto e un crimine in bella vista - recita la nota che accompagna il video -. Non in una casa. Non tra le braccia di una madre, Ma nel deserto aperto, da solo. Un viaggiatore lo ha trovato da solo, a piedi nudi, mentre camminava nel vasto e crudele Sahara. Da qualche parte tra la Libia e il Ciad. Il bambino in questo video non ha commesso alcun crimine. Il suo unico peccato è essere nato con la pelle nera nel posto sbagliato, nel momento sbagliato,in un mondo che ancora calcola l'umanità in base ai passaporti, al pigmento e al profitto. Il suo unico crimine è essere povero in un sistema progettato per cancellare i poveri. Non conosciamo il suo nome. Ma sappiamo cosa lo ha portato lì: i suoi genitori potrebbero essere crollati dietro di lui, disidratati, cacciati o scomparsi durante le ultime espulsioni di massa di neri africani da parte della Libia. Forse sono stati arrestati e gettati nelle buche di Gharyan o Sikka. O forse sono stati lasciati morire, come tanti altri, nella terra di nessuno che l'Europa paga per mantenere invisibile. Questo bambino, che forse non ha più di cinque anni, rappresenta oggi il crollo totale di ogni presunto pilastro morale che la Libia e l'Europa sostengono di sostenere. Non si tratta di un incidente. È un'epurazione razziale, istituzionalizzata e finanziata dalla stessa Europa che dà lezioni al mondo sui diritti umani».

La Libia ha sospeso le attività di 10 Ong: «Azioni ostili»

Proprio in queste ore la Libia ha annunciato la sospensione delle attività di dieci organizzazioni umanitarie internazionali e la chiusura delle loro sedi a Tripoli, accusandole di «azioni ostili», allo scopo di «installare migranti di origine africana» nel Paese. Tra le Ong coinvolte dal provvedimento, ha reso noto Salem Gheith, portavoce dell'Agenzia di sicurezza interna, collegata al ministero dell'Interno libico, l'italiana Cesvi, e poi la francese Terre des Hommes, Medici senza frontiere e il Consiglio norvegese per i rifugiati. «Il progetto di installazione di migranti di origine africana in Libia è visto come un'azione ostile con lo scopo di modificare la composizione demografica del Paese e una minaccia alla società libica», ha denunciato il portavoce. E ancora, le azioni delle Ong «minano all'integrità dello Stato ed alla sua sicurezza interna» ha accusato Gheith, secondo cui «non si tratta di un progetto nuovo, l'Ue aveva già tentato la stessa cosa con l'ex regime (di Gheddafi) attraverso l'Italia». Infine, l'accusa alle Ong di «ingerenza» negli affari libici e di «riciclaggio di denaro» sotto la copertura di azioni umanitarie.

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