martedì 25 febbraio 2025
Dall'analisi del sindacato emerge che, nel secondo semestre del 2024, gli incidenti sono cresciuti dello 0,19%, i casi mortali del 3,81% e le malattie professionali del 21,6%
Aumentano gli infortuni sul lavoro. La Cisl: subito un nuovo patto sociale
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Per contrastare la crescita degli infortuni sul lavoro, serve «un patto sociale che impegni tutti gli attori a rafforzare la tutela della salute dei lavoratori». È la proposta rilanciata dalla segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, a commento del report del sindacato sugli incidenti sul lavoro, relativo al secondo semestre del 2024. Analizzando i dati ufficiali dell'Inail, il rapporto della Cisl evidenzia che, tra luglio e dicembre dello scorso anno, gli infortuni sul lavoro sono aumentati dello 0,19%, le malattie professionali del 21,6% e gli incidenti mortali del 3,8%. A essere più colpiti, si legge nel report, sono i lavoratori over 55, senza particolari differenze di genere. Come sempre, il documento non si limita ai numeri, ma approfondisce le cause degli incidenti, le criticità delle tutele e il legame con le condizioni di lavoro. Inoltre, fornisce aggiornamenti normativi e strumenti pratici per chi opera nel settore della salute e sicurezza.

«Subito una strategia nazionale di prevenzione»

Di fronte a questi dati, la segretaria generale Fumarola, ribadisce la necessità di una strategia nazionale di prevenzione, che coinvolga istituzioni, imprese e sindacati in un impegno comune. «Non possiamo limitarci a registrare questi numeri: dobbiamo agire - sottolinea la leader sindacale -. Serve un piano condiviso che metta al centro la prevenzione, con investimenti in formazione, innovazione tecnologica e controlli adeguati. La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un valore imprescindibile per il nostro sistema produttivo e sociale - ricorda Fumarola -. Per questo, la Cisl rilancia la proposta di un patto sociale che impegni tutti gli attori a rafforzare la tutela della salute dei lavoratori», conclude Fumarola.

«Gli incidenti? Per l'80-90% è disattenzione»

Intanto, si accende la polemica dopo l'uscita del deputato di Fratelli d'Italia, Marcello Coppo, che durante un convegno al polo universitario di Asti, avrebbe affermato che «l'80-90% degli infortuni avvengono dopo un tragico attimo di disattenzione». Come se chi si infortuna se la fosse, per certi versi, cercata. Parole respinte con sdegno dall'ex-direttore dell'Ispettorato nazionale del lavoro, Bruno Giordano, oggi magistrato della Corte di Cassazione. «Rimango interdetto», sbotta Giordano. «Sarebbe utile sapere dove l’on. Coppo abbia trovato questo dato: dove e da chi sia stata elaborata una tale statistica - chiede Giordano -. In questo modo si potrebbe determinare se la percentuale degli infortuni è realmente da attribuire alle vittime, oppure se è frutto di scienza propria. Sarebbe grave, infatti, pronunciare un’accusa simile, in un contesto universitario, senza alcuna base scientifica. In verità, non è nemmeno un’affermazione originale, è un vecchio vizio “culturale” di alcuni, quello di attribuire la colpa alle vittime. Le parole dell’on. Coppo giungono dopo che in questi giorni a Carrara è morta una persona di 82 anni, in un cantiere di Chioggia un ragazzo di 21 anni, nello spezzino un operaio di 63 anni. La curva dell’attenzione non è colpa del lavoratore ma di chi lo doveva formare, informare, seguire, controllare ed eventualmente sostituire - ricorda Giordano -. È normale che un essere umano si stanchi, ma tende a proteggersi, se conosce i rischi. Non ho mai visto un operaio o un’operaia che va a lavorare per suicidarsi», conclude il magistrato.

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