Il luogo dell'esplosione e la cascina distrutta (Ansa)
"Tutto ci fa pensare che l'esplosione sia stata voluta e deliberatamente determinata. Dagli elementi che abbiamo acquisito pensiamo sia un fatto doloso". Così il procuratore di Alessandria Enrico Cieri dopo il sopralluogo nella cascina di Quargnento, nell'alessandrino, dove questa notte sono morti tre vigili del fuoco: Antonino Candido, 32 anni, Matteo Gastaldo, 47 anni, e Marco Triches, 36 anni. I feriti sono altri due vigili del fuoco e un carabiniere, trasportati all'ospedale; non sarebbero in pericolo di vita. Candido era di origini reggine e per questo Reggio Calabria ha decretato il lutto cittadino nel giorno dei funerali.
Scoperti inneschi rudimentali
Ancora da chiarire la dinamica dell'accaduto, sulla quale indagano i carabinieri coadiuvati da un gruppo del Ris; sarebbero comunque stati rinvenuti degli inneschi rudimentali. La cascina, in via San Francesco d'Assisi a Quargnento, era disabitata, ma all'interno c'erano diverse bombole di gas: una non è esplosa ed è stata sequestrata. Secondo alcune testimonianze, la prima esplosione, più piccola, è avvenuta intorno alla mezzanotte ed è stata seguita da una seconda - quella che ha causato il crollo della struttura e la morte dei vigili del fuoco intervenuti nel frattempo per spegnere l'incendio - verso le 2. Il questore di Alessandria Michele Morelli ha precisato che "le prime ipotesi sembrano escludere una matrice eversiva o terroristica".
Indaga anche il Ris
Sul posto ci sono diverse squadre di soccorritori, che stanno lavorando per rimuovere i detriti. Con loro il comandante provinciale dei vigili del fuoco Marchioni e il comandante dei carabinieri Lorusso; a Quargnento - paese di poco più di mille abitanti nella piana, al confine con le colline del Monferrato, una zona agricola dove sono presenti numerose cascine - sono giunti anche il comandante nazionale dei vigili del fuoco Fabio Dattilo e il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.
Le ipotesi sull'esplosione
"Omicidio plurimo" e "crollo doloso di edificio" i reati ipotizzati nel fascicolo aperto dalla procura di Alessandria, al momento contro ignoti. Nonostante il modus operandi abbia fatto pensare all'inizio a un attentato eversivo - con la doppia deflagrazione, la prima utilizzata come esca e la seconda letale - le piste al momento privilegiate riconducono ad un ambito familiare.
La prima pista riguarda i rapporti tra il proprietario dell'abitazione e il figlio, che non vengono descritti come idilliaci. Tutt'altro. Gli inquirenti hanno ascoltato il proprietario, come persona informata dei fatti, e i suoi familiari. La seconda pista ipotizza invece un atto doloso finalizzato a riscuotere il premio dell'assicurazione sulla casa, che appunto era disabitata e, per un certo periodo, è stata messa anche in vendita. Si sarebbe trattato di un modo per incassare dei soldi liquidi che, a quanto pare, avrebbero fatto molto comodo ad una famiglia che alcuni descrivono in difficoltà economica. Ma le indagini, ripetono gli investigatori, vanno avanti a tutto campo e non tralasciano alcuna ipotesi: nemmeno quella, di cui si parla in paese, secondo cui l'attentato potrebbe essere una sorta di regolamento di conti legata alle scommesse sui cavalli.
La cascina esplosa era in vendita sul sito immobiliare.it a 750mila euro. Una tenuta di 30mila metri quadrati interamente recintata, come si legge nell'annuncio, con un grande casale padronale, un altro casale di recente costruzione realizzato mantenendo l'architettura originale delle strutture preesistenti, scuderie per cavalli e tettoie. La signora Antonella, che ha affidato a questa e ad altre agenzie immobiliari la vendita della cascina, è di fatto irreperibile.