martedì 22 luglio 2014
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​La fantascienza ha decisamente cambiato faccia sul grande schermo. Se sono ormai pochi i film che immaginano guerre stellari prossime venture, attacchi alieni e viaggi spaziali mirati alla conquista di mondi lontani, la maggior parte delle storie ambientate nel futuro prefigurano società distopiche, che non vorremmo mai visitare (il contrario di utopiche, insomma) in cui il genere umano sopravvissuto a catastrofi ambientali o a devastanti guerre globali vive alla deriva, oppure sotto l’oppressione di una nuova forma di tirannia. Così se negli anni Cinquanta le invasioni degli ultracorpi erano metafora del “pericolo rosso” che angosciava l’America, oggi società in balia di crudeli reality show e di feroci governi che manipolano la popolazione – eliminando sentimenti, emozioni, passioni e memoria – rimandano a nevrosi, ossessioni e paure decisamente attuali. Di questo si è parlato ieri al Giffoni Film Festival con Dylan O’Brien, ventiduenne newyorkese protagonista di The Maze Runner – Il labirinto di Wes Ball che sarà distribuito in Italia a settembre dalla Fox e inaugura una nuova trilogia. O’Brien, celebre tra i ragazzini per il ruolo di Stiles nella serie Teen Wolf, dove interpreta il migliore amico di un giovane lupo mannaro, veste i panni del romantico, leale e coraggioso Thomas che in un mondo post-apocalittico vive tra una comunità di ragazzi la cui memoria è stata cancellata. Consapevole di essere intrappolato in un labirinto, reagisce convincendo i suoi compagni di prigionia a unire le forze per evadere. «Il tema dell’Apocalisse ritorna forse perché abbiamo l’impressione di aver raggiunto un punto di non ritorno – commenta l’attore, accolto dalle fan qui a Giffoni con urla e pianti, lettere, peluche e cartelloni – e le nostre ansie ci fanno temere che peggiore dei mondi possibili sia alle porte. Dove andremo a finire, che ne sarà di noi? Ci chiediamo questo. Ma i film ambientati in una società che nessuno vorrebbe permettono in realtà di scoprire il lato migliore del genere umano. In un futuro orrendo le persone non smettono di amare, sperare, lottare, ricordare. Che si tratti di Hunger Games o di The Maze Runner, che molti paragonano a Il signore delle mosche, il messaggio che arriva al pubblico è molto positivo: in situazioni estreme si combatte per sopravvivere e difendere la famiglia, gli amici, i valori in cui si crede». Astro nascente del piccolo e del grande schermo, O’Brien non risparmia critiche però al mondo del cinema: «L’impressione è che oggi i film si assomiglino tutti, si rinuncia a trovare progetti nuovi per rigurgitare solo vecchie storie. E spesso si arriva sul set senza una vera e propria sceneggiatura. Negli ultimi anni sono le serie tv a offrire i ruoli più interessanti, personaggi con i quali vivi per mesi e mesi e che puoi esplorare e sviluppare nell’arco di molte ore di trasmissione». La tendenza cinematografica sugli indesiderabili futuri proseguirà a lungo. Anarchia – La notte del giudizio di James DeMonaco è ambientato nel 2022, in una società che ha toccato la perfezione eliminando completamente crimine e diseguaglianze sociali. Peccato però che un giorno all’anno la legge venga messa da parte e chiunque possa commettere ogni genere di violenza senza temere punizioni. <+CORSIVOAGORA>The Rover <+TONDOAGORA>di David Michôd ipotizza invece un’Australia tornata allo stato brado dieci dopo il collasso dell’economia occidentale che ha disintegrato leggi e regole sociali. E attraverso la storia di un uomo che lotta contro una gang criminale, il regista riflette sulle società moderne votate all’autodistruzione, sull’avidità umana e il disastro ambientale al quale stiamo andando incontro.
Meryl Streep e Jeff Bridges sono invece tra i protagonisti di The Giver – Il mondo di Jonas di Phillip Noyce, ambientato in una società futuristica in cui l’umanità ha scelto di annullare qualunque differenza tra le persone al fine di evitare dilanianti conflitti. L’ordine regna dunque sovrano e l’unico legame con il passato “contaminato” dalle passioni è una cerimonia durante la quale un individuo viene scelto come custode delle Memorie dell’Umanità. Quando il compito toccherà all’adolescente Jonas, la conoscenza di come era prima il mondo lo spingerà a scardinare per sempre l’ordine costituito. Con Hunger Games – Il canto della rivolta – Parte I di Francis Lawrence prosegue il fenomeno cinematografico mondiale che vede protagonista Katniss Everdeen in lotta contro spietati giochi al massacro organizzati per divertire una società decadente e continua anche la saga cominciata con Divergent: il nuovo capitolo dal titolo Insurgent diretto da Robert Schwentke sempre a partire dal romanzo di Veronica Roth e vedrà nel cast anche Naomi Watts e Kate Winslet negli insoliti panni della cattiva. La giovane Tris (Shailene Woodley, molto amata anche per Colpa delle stelle) deve fare i conti con le conseguenze delle sue scelte in un mondo dove le fazioni in cui è rigidamente divisa la società a seconda delle diverse attitudini umane (Candidi, Pacifici, Eruditi, Abneganti, Intrepidi), sono ormai in guerra. Kristen Stewart, ex Bella nella celebre saga di Twilight, sarà invece con Nicholas Hoult la protagonista di Equals di Drake Doremus ambientato in un mondo dove le emozioni sono state geneticamente soppresse. Ma i due ragazzi scopriranno l’amore e questo atto “trasgressivo” metterà a rischio non solo le loro vite, ma l’equilibrio della società stessa. Il film più atteso però è senza dubbio Interstellar di Christopher Nolan, divenuto ormai un regista di culto. La vicenda narrata dal film, interpretato tra gli altri da Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Matt Damon e Jessica Chastain, ha inizio all’indomani di un drastico cambiamento climatico che ha duramente colpito l’agricoltura. Ai protagonisti toccherà viaggiare nello spazio, ma solo per cercare nuovi luoghi, seppur lontanissimi, dove coltivare il granturco, unica speranza per la sopravvivenza del genere umano.
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