«Due milioni di adesioni a livello europeo non si possono ignorare». Il Parlamento italiano riflette sulle ricadute politiche della grande raccolta di firme, che in 20 paesi ha visto 1 milione e 891mila 406 adesioni. Una grande iniziativa di base per chiedere alla Commissione europea di non finanziare programmi di ricerca distruttivi sugli embrioni e progetti di cooperazione allo sviluppo che includano aborto e sterilizzazione. Ora deputati e senatori di diversi partiti vogliono andare avanti. Ne hanno discusso alla sala Aldo Moro di Montecitorio al convegno sull’iniziativa europea «L’embrione uno di noi», organizzato da Gian Luigi Gigli, neopopolare ex Scelta Civica. Il primo passo sarà quello di portare in Commissione straordinaria diritti umani il dibattito sulla categoria più fragile tra gli esseri umani. L’obiettivo ambizioso è quello di portare al Parlamento europeo di Strasburgo il premio Nobel 2012 per la medicina, Shinya Yamanaka, che ha dimostrato l’inutilità della ricerca sulle staminali di embrioni. E all’incontro arrivano le prime sottoscrizioni di parlamentari alla
«Dichiarazione di politici a sostegno dell’iniziativa europea "Uno di noi"»: oltre a Gigli hanno aderito i compagni di gruppo Lucio Romano, Lorenzo Dellai, Mario Sberna, per il Pd Edoardo Patriarca e Ernesto Preziosi, per il Ncd Raffele Calabrò, per la Lega Rudi Franco Marguerettaz: «Crediamo che qualsiasi programma politico – si legge nella dichiarazione – debba preliminarmente riconoscere l’uguale dignità di ogni essere umano fin dal suo concepimento».
Testo della dichiarazione"In quanto donne ed uomini impegnati in politica riteniamo che sia opportuno riconoscere che l’essere umano fin dal suo concepimento è uno di noi. Noi abbiamo il compito di perseguire il bene comune, cioè il bene di tutti e di ciascuno.
Conosciamo la molteplicità, complessità e gravità dei problemi che dobbiamo affrontare.
Ammettiamo che il pluralismo dei programmi politici, delle valutazioni dei fatti, delle idee deve essere accolto come base della democrazia. Ma crediamo che qualsiasi programma politico debba preliminarmente riconoscere l’uguale dignità di ogni essere umano fin dal suo concepimento. Pensiamo che l’affermazione formale di questo principio, pur nella differenza di opinioni quanto ai mezzi per perseguire il fine di protezione della vita umana, sia indispensabile per politiche di solidarietà e di promozione umana coerente in ogni campo".