Ma andiamo oltre: queste normative prevedono una tracciabilità dei gameti dal momento della loro raccolta fino al trasferimento in utero degli eventuali embrioni formati; non viene richiesto l’accertamento sistematico delle gravidanze, e dei nati. Inoltre, oggi ogni centro conserva i propri dati senza un codice unico nazionale, il che significa che se la stessa persona si rivolge a due centri diversi con la codifica attuale è contata due volte, come due persone diverse, il che non consentirebbe di distinguere i singoli donatori. La legge 40, dal canto suo, non prevede un registro dei donatori, ovviamente, ma solo dei nati, che però non vengono registrati uno a uno, tutt’altro: il Garante della Privacy ha stabilito che i singoli centri Pma possano trasmettere i loro dati solo in forma aggregata, cioè comunicano al Registro nazionale il numero complessivo dei nati dalle coppie che hanno seguito. Per avere questo dato i centri solitamente contattano ogni coppia di cui avevano accertato l’inizio della gravidanza, per conoscerne gli esiti. Non tutte le donne infatti partoriscono nello stesso luogo in cui hanno affrontato il percorso Pma. Si tratta quindi di dati comunicati personalmente, non certificati, senza alcun obbligo da parte delle coppie, e con tutta la buona volontà dei centri e del Registro ogni anno si perdono gli esiti di più del 10% delle gravidanze accertate.Ricapitolando: niente registro dei donatori, parziale registro dei nati secondo la 40. Percorso donatore-coppia che non garantisce la notifica sistematica di gravidanza e nato, secondo i decreti legislativi suddetti. Allo stato attuale, quindi, come è possibile, prescindendo da ogni giudizio di valore e considerando solo le questioni squisitamente sanitarie, garantire un percorso di donazione eterologa sicuro in tutti i suoi passaggi? Tralascio i problemi delle modalità di accesso ad alcune informazioni, come quelle sui possibili consanguinei, della possibilità di donare gameti fra sorelle, fra fratelli, fra padri e figli, fra madri e figlie, di come il nato da eterologa possa venire a conoscenza delle modalità in cui è stato concepito, la gestione delle biobanche dei gameti, la possibilità di scegliere i donatori... Potremmo continuare a lungo.Da chi ha salutato con favore la caduta del divieto di eterologa, parlando di vittoria dei diritti individuali, e dopo il drammatico caso dello scambio di embrioni del Pertini di Roma, ci aspetteremmo una maggiore attenzione almeno nei confronti delle garanzie per la sicurezza dei cittadini.
Numerosi gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale che ha legalizzato una pratica sinora vietata. (Assuntina Morresi)
Si cambia la maternità? Qui serve il legislatore
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