mercoledì 12 giugno 2024
Dopo l'approvazione alla Camera, il disegno di legge inizia ora il suo viaggio a Palazzo Madama con l'adozione in Commissione Giustizia del testo base. Una legge così sarebbe la prima al mondo
Uno scorcio dell'aula del Senato

Uno scorcio dell'aula del Senato - Ansa

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La Commissione Giustizia del Senato ha adottato martedì 11 giugno come testo base il disegno di legge sulla maternità surrogata che è stato approvato alla Camera il 26 luglio 2023 e che aveva come prima firmataria la deputata di Fdi Carolina Varchi. «È il provvedimento che concretizza al meglio la posizione della maggioranza sull’argomento» ha osservato la relatrice Susanna Donatella Campione (Fdi), cioè «rendere la maternità surrogata un reato universale». Il testo varato alla Camera (con 166 sì e 109 no) si limita a un semplice articolo, integrando la legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, che al comma 6 dell’articolo 12 oggi prevede che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». Il testo all’esame del Senato aggiunge una precisazione importante: «Se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana». L’Italia sarebbe il primo Paese al mondo a dotarsi di una normativa simile. Un fatto rilevante anche in considerazione della crescente spinta in molti Paesi e istituzioni sovranazionali a normalizzare la pratica considerandola inaccettabile esclusivamente nel caso sia evidente lo sfruttamento della donna e ritenendo lecita ogni altra forma da quella cosiddetta solidale alle molteplici soluzioni contrattuali, con transazione di denaro in cambio della "prestazione di gravidanza". Il Parlamento europeo, poco prima del suo scioglimento, aveva varato una contestata direttiva che fotografava questa convinzione. Che un Paese fondatore della Ue prenda una posizione in direzione opposta sarebbe dunque un segnale politicamente assai rilevante.

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