«Do il benvenuto alla notizia che la Camera dei Lord ha deciso di dire no al suicidio assistito». Con queste parole il vescovo John Sherrington, responsabile del settore bioetica della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha commentato la decisione della Camera dei Lord, nella tarda serata del 16 marzo, di bocciare l'emendamento 170 alla legge sulla Sanità e l'Assistenza sociale che avrebbe potuto portare al via libera al suicidio assistito entro un anno. Il voto ha visto 179 "pari del regno" contro 145 rifiutare l'emendamento (proposto da Lord Forsyth) che rappresentava – sempre nelle parole del vescovo Sherrington – «un tentativo di introdurre il suicidio assistito in modo indiretto». L'emendamento chiedeva di aprire a una legislazione che «consentisse ad adulti malati terminali, in grado di intendere e di volere, di porre fine alla propria vita con assistenza medica».
È stato ancora Sherrington a parlare dell'importanza delle cure palliative, che vengono promosse in un altro emendamento alla legge firmato dalla baronessa Finlay: «Siamo convinti della necessità di cure di alta qualità per tutti», ha dichiarato il portavoce della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles in materia di bioetica.
Si tratta della dodicesima volta in venticinque anni che il Parlamento britannico respinge un tentativo di legalizzare il suicidio assistito, oggi punito in Gran Bretagna con il carcere fino a 14 anni. Se l'emendamento fosse stato approvato dai Lord, sarebbe bastato un voto a favore della Camera dei Comuni l'avrebbe reso definitivo.
In Gran Bretagna è in corso anche un altro tentativo di introdurre il suicidio assistito, promosso dalla baronessa Meacher. Questa legge, che aveva cominciato il suo iter presso la Camera alta del Parlamento britannico lo scorso maggio, propone che a essere aiutati a morire siano adulti malati in stato terminale, sani di mente, che potranno scegliere come e dove porre fine alla propria vita previo parere favorevole di due medici e un giudice dell'Alta corte. Questa proposta di legge si trova ora in Commissione presso i Lord, dove verrà discussa nelle prossime settimane. Secondo i vescovi cattolici inglesi è molto preoccupante che la Camera alta continui a discutere di questo argomento assicurandogli, in questo modo, molta pubblicità sui media britannici. I vescovi hanno chiesto più volte ai cattolici, nei mesi scorsi di scrivere ai loro parlamentari perché si oppongano alla legalizzazione del suicidio assistito. L'ultimo tentativo in questo senso risale al 2015, quando la legge Marris venne sconfitta alla Camera dei comuni con 330 voti contro 118.
Con 179 voti a 145, i "pari d’Inghilterra" hanno respinto un nuovo tentativo di legalizzare la morte medicalmente assistita. Mentre si annuncia un altro progetto di legge si discute di cure palliative
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