L'obiettivo dei programmi di contraccezione in Africa è far nascere meno bambini - ANSA
Cosa si può fare con un milione di euro? Molte cose ottime, e almeno una più che discutibile, specie poi se si tratta di soldi pubblici. La Regione Lombardia ha di certo presente un lungo elenco di destinazioni meritevoli di essere alimentate con quel milione, ma se darà seguito all’impegno che sembra aver assunto ieri in sede di bilancio preventivo finirà per destinare la cifra a campagne di contraccezione in Africa. Cosa c’entrano i fondi che la Regione decide di spendere il prossimo anno con questo delicatissimo tema? Per saperlo bisogna chiedere a chi quell’impegno l’ha strappato al Pirellone: il consigliere radicale Michele Usuelli, del gruppo «+Europa con Emma Bonino» che ha cercato così di mettere in pratica una delle tesi del recente congresso nazionale dell’Associazione Luca Coscioni (la stessa che si batte in tutta Italia per eutanasia, suicidio assistito, aborto...).
Libera la lista radicale di proporre i suoi progetti, libera la Regione di dire no grazie. Ma la maggioranza di centrodestra sembra aver imboccato una nuova rotta etica che contraddice l’orientamento precedente, assumendo decisioni come i contraccettivi gratis ai giovani e la pillola abortiva Ru486 in day hospital e non più in regime di ricovero. Un parere favorevole al finanziamento della "prevenzione delle nascite" in Africa però era davvero difficile immaginarlo.
Forse la chiave dell’imprevedibile saldatura tra settori della maggioranza e i radicali sta nelle dichiarazioni di Marco Cappato, dirigente dell’Associazione Coscioni nonché protagonista della vicenda dj Fabo che potrebbe portare al varo di una legge nazionale sulla morte assistita. «Per governare la questione immigrazione – dice Cappato – la priorità assoluta è aiutare le donne africane a poter decidere liberamente se, come e quando fare figli. La proposta di Usuelli approvata nel bilancio regionale è un’alternativa ai veleni della faziosità e dell’ideologia». Ed ecco il passaggio illuminante: «"Aiutiamoli a casa loro" è una parola d’ordine usata finora per non fare nulla né in Italia né in Africa. "Aiutiamole a casa loro ad essere libere" è la risposta dolce e liberale per contenere la crescita della popolazione mondiale sotto la soglia della sostenibilità ecologica e sociale. La Regione Lombardia si è mossa nella giusta direzione: ora porteremo la richiesta alle altre Regioni e al governo nazionale». Forse qualcuno ha visto in questa idea una delle soluzioni per fermare l’emigrazione, non facendo nascere più nuovi migranti. Certo è che, se lo stanziamento arriverà a destinazione, andrà nei progetti dell’Unfpa (l’agenzia Onu sulla popolazione) per promuovere interventi di pianificazione familiare in Paesi con tasso di fertilità superiore a 4 figli per donna. In Italia siamo a 1,32, in Lombardia 1,28: vogliamo che ci imitino?