Ci sono momenti e ricorrenze che hanno una forza espansiva tale da non coinvolgere soltanto i diretti interessati, ma – come in questo caso – un intero popolo: il popolo della vita. Mezzo secolo fa fu gettato il primo seme a Firenze, e da lì è partita un’avventura straordinaria – un vero e proprio movimento per la vita! - che in questi dieci lustri ha scritto pagine di luce nel libro della storia attraversato dalle oscurità di una cultura generatrice di morte.
Da quel 1975 ha avuto inizio la rivoluzione culturale della speranza e la crescita di un popolo nuovo, più consapevole, sensibile e attento nei confronti di ogni figlio nel grembo della mamma e di ogni donna in crisi per una maternità inattesa o problematica; un popolo capace di mobilitarsi; che ha saputo avviare un profondo, tenace, paziente lavoro culturale introducendo il principio di un rinnovamento morale, civile e politico; che ha toccato i cuori e le menti soprattutto di tanti giovani; che con mitezza ha rifiutato la somma ingiustizia secondo cui un essere umano può essere liberamente soppresso da un altro essere umano; che non si è stancato di ripetere che il tema della vita non può essere considerato come periferico ma la chiave di accesso per risolvere tutti gli altri urgenti e gravi problemi.
È stata l’alba di una novità che ha messo in moto un impegno costruttivo proiettato in avanti per edificare un umanesimo nuovo capace di riconoscere in ogni essere umano, anche il più piccolo, una dignità incommensurabile; un impegno quindi capace di affrontare in modo nuovo le grandi questioni del nostro tempo e di puntare a qualcosa di molto grande, bello, importante per tutti: la costruzione della civiltà della verità e dell’amore. Un popolo che non si è mai arreso, né rassegnato, né rattristato, perché, come ha scritto il cardinale Zuppi al convegno nazionale del Movimento per la Vita (MpV), «la storia, nonostante le guerre e tutto il male che la pervade, va nella direzione di un sempre maggiore riconoscimento dell’uguale valore di ogni essere umano, cioè di ogni persona, dal concepimento fino al tramonto; una direzione che implica l’amore concreto per la vita di ogni uomo: è l’amore autentico che “affretterà” il cammino della storia verso una sempre più piena civiltà della verità e dell’amore. Il linguaggio dell’amore, credibile perché appoggiato ai fatti, può introdurre il piccolo figlio dell’uomo, appena comparso nel mondo dell’esistenza, nella cultura, nel diritto, nella società, nella politica. L’amore operoso dimostra che lui è davvero un “altro”, uno di noi e che quindi, come ogni altro uomo, deve essere posto al centro dell’attenzione, della solidarietà pubblica e della carità cristiana».
Ecco perché è importante trovarci tutti insieme l’8 marzo all’udienza con papa Francesco, che sin da ora ringraziamo per il suo magistero sul valore fondamentale e incondizionato della vita umana – grande risorsa per l’intero mondo assetato di pace, amore, verità – e per l’incoraggiamento che più volte ci ha espresso con parole che infondono forza e fiducia.
Bisogna che il popolo della vita si allarghi, si consolidi, si armonizzi, divenga sempre più persuasivo, propulsivo e coinvolgente; è necessario che la sua azione e il suo messaggio siano esenti da atteggiamenti oppositivi e giudicanti, ma siano affascinanti e che le sue forze si moltiplichino. Per realizzare questo obiettivo occorre un grande spirito di fraternità e una grande armonia. Lo stesso Movimento per la Vita, come ci ricordava spesso Carlo Casini, «deve sentirsi nel e per il popolo della vita; i suoi gesti e la sua metodologia non dovranno mai perciò manifestare solitudine e senso di accerchiamento ma piuttosto puntare sulla convinzione che il valore della vita già da solo lavora nella profondità delle coscienze ed è particolarmente presente nella sensibilità cristiana. Esso è la nostra forza. Si tratta di stendere reti, non di scavare fossati».
L’udienza di papa Francesco non sarà solo un evento celebrativo, ma soprattutto un’occasione di rilancio generoso ed entusiasta tanto più profondo e intenso quanto più intimamente collegato al Giubileo della speranza e ad altre occasioni di incontro e riflessione prossime all’udienza: la 47esima Giornata della vita (domenica 2 febbraio sul tema «Trasmettere la vita, speranza per il mondo. “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita” (Sap 11,26)»; la giornata di spiritualità «In cammino con Carlo Casini» (22 marzo, Università Cattolica, sede di Roma); il 30° anniversario dell’enciclica Evangelium vitae (25 marzo).
Una considerazione finale. Il riferimento alla Chiesa e alla voce dei pastori non è affatto un allontanamento dal carattere laico dell’impegno per la vita. La laicità da sempre ribadita anche dal MpV riguarda le argomentazioni, il linguaggio, la bussola orientatrice della dignità umana, il fondamentale ricorso alle ragioni della ragione. Ma se è proprio la ragione lo strumento della laicità, è la ragione stessa che avverte il mistero che ci investe e intuisce un “oltre” che fonda la dignità umana. Una volta Carlo Casini disse: «Oso dire che io mi sento profondamente laico proprio perché spero di essere credente». Ragione e fede ancora una volta insieme dalla parte dell’uomo. Ma c’è dell’altro. In questi 50 anni abbiamo fatto esperienza, alla luce della ragione, che la cultura della vita non potrà affermarsi solo grazie alle sole forze umane e che la Chiesa è il grande baluardo della dignità umana e dei conseguenti diritti dell’uomo. Come non ricordare che «l’uomo è la via fondamentale della Chiesa»?.
Ecco, dunque, anche sotto questo profilo la straordinaria importanza dell’incontro con papa Francesco che si terrà l’8 marzo. Una data significativa che, tra l’altro, dona una luce nuova e calda alla Festa della donna, principale alleata della vita. Sempre avanti, e in alto i cuori!
* Presidente Movimento per la Vita italiano
Appena possibile, su www.mpv.org saranno rese disponibili tutte le istruzioni necessarie per partecipare all’udienza con il Santo Padre l’8 marzo 2025 in Aula Paolo VIin Vaticano. Chi desidera rimanere informato può visitare il sito o scrivere un’email a mpv@mpv.org