martedì 11 giugno 2024
L'avanzata delle risorse per la medicina e la sanità basate su sistemi di Intelligenza Artificiale è inevitabilmente costante. Con novità molto interessanti, e interrogativi etici da conoscere
Il logo della Siiam (Società Italiana Intelligenza Artificiale in Medicina)

Il logo della Siiam (Società Italiana Intelligenza Artificiale in Medicina) - www.siiam.it/it

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Il boom dell'Intelligenza artificiale (IA) contagia anche la sanità: varie sperimentazioni sono in corso presso strutture pubbliche e private del nostro Paese per testare quanto e come questa nuova dimensione possa apportare reali benefici. Tra queste, l'esperienza dell'azienda sanitaria veneta Ulss6 Euganea per gestire il cambio del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta. Il suo nome è “Smile Cx Gaia” ed è stata ideata da Esosphera: l'applicazione manda un Sms e una email in giornata per avvisare il cittadino in merito a questo adempimento amministrativo, e se non riceve riscontro telefona. Quasi il 100% degli utenti è stato così raggiunto, registrando un alto indice di soddisfazione. L’assistente virtuale informa anche i cittadini sulle profilassi per i viaggi internazionali.

"Generativa" o "deep learning"?

Smile Cx Gaia è attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7 ed è di facile fruizione per aiutare chi non ha dimestichezza con i servizi web e le prenotazioni online, come gli anziani. L’applicazione dell’azienda sanitaria pubblica veneta è espressione di una sottocategoria di IA, quella generativa, come ci spiega Francesco Baglivo, giovane medico componente della Siiam, Società italiana intelligenza artificiale in medicina, ente nato appena nove mesi fa per promuovere e informare nel nostro Paese su questa nuova disciplina in rapida ascesa. «Riuniamo varie figure specialistiche in ambito accademico – spiega Baglivo – che, in modo trasversale, si interrogano su questa dimensione e i suoi effettivi vantaggi nonché sui pericoli in ambito medico e sanitario. Con la forma di Intelligenza artificiale generativa è possibile produrre e gestire una quantità enormi di dati: ed è stata questa che si è rivelata capace di entrare utilmente nel rapporto medico-utente. L'altra, già da tempo, è presente con i suoi algoritmi nella diagnostica, ma anche nelle fasi di terapia, prevenzione e ricerca, si parla di “machine learning” o “deep learning” (reti neurali). In statistica sono molte le tecniche avanzate che fanno uso di IA per classificare e predire i dati».


Meno scartoffie, più tempo per i pazienti

L’IA può portare miglioramenti significativi anche nella gestione dei costi sanitari: presso l'Ulss6 Euganea i cittadini venivano avvisati con un invio cartaceo di scarso successo mentre Smile Cx Gaia permette un risparmio di tempo e risorse. Un altro ambito in cui si registrano forti benefici è l'esecuzione di pratiche burocratiche, ad esempio la scheda di dimissioni del paziente, che riepiloga la storia clinica dal ricovero: è stato valutato infatti che solo il 27% del tempo dei professionisti sanitari viene dedicato ai pazienti, il restante è assorbito dai compiti amministrativi che verrebbero, pertanto, alleggeriti dall'IA.

Una nuova risorsa contro l’Alzheimer

Altre esperienze in Italia includono il Dipartimento inter-ateneo di Fisica dell’Università Aldo Moro e Politecnico di Bari, dove è stato sviluppato un algoritmo di IA capace di identificare, in immagini di risonanza magnetica, cambiamenti patologici dovuti alla malattia di Alzheimer in una fase molto precoce, permettendo così trattamenti terapeutici tempestivi.

Al Gemelli si “prevede il futuro”

Un team del Policlinico Gemelli di Roma ha invece ideato il Generator Heart Failure DataMart, una piattaforma digitale che integra e combina una grande quantità di dati eterogenei (ad esempio misurazioni eco-cardiografiche, farmaci assunti, ricoveri...) per avere modelli predittivi che individuino in anticipo la re-ospedalizzazione del paziente dopo l’ultima dimissione ospedaliera. In questi casi le applicazioni di IA si aprono alla medicina personalizzata, un approccio sempre più permesso dall'innovazione tecnologica dagli innumerevoli vantaggi per la salute umana.

Attenzione ai rischi...

Ma a fronte di tanti benefici possibili o verificati è in corso già da tempo un dibattito sui rischi dell'IA. «In Italia siamo molto avanti su questo fronte – spiega Baglivo –. A gennaio di quest'anno l'Oms si è affrettata a pubblicare le linee guida su “Etica e governance dell'Intelligenza Artificiale per la salute», ribadendo l'importanza dell'uso etico dell'IA in particolare in ambito medico e sanitario. La persona umana deve poter supervisionare e controllare sempre i processi.

Il “tesoro” del Sistema sanitario

Un altro grave rischio può risiedere nella produzione incontrollata di dati: «Un anno fa pubblicammo con il mio gruppo di ricerca un articolo in cui si parlava di infodemia come rischio collegato all'IA generativa: si produce una massa incalcolabile di dati a una velocità elevatissima, e chiunque può farlo. Se ne esce solo con l'applicazione di un quadro normativo molto rigido e chiaro che assicuri un uso responsabile dell'IA».
Anche rispetto alla ricerca scientifica occorre mettere dei paletti. «Il nostro Sistema sanitario nazionale possiede una quantità esorbitante di dati di altissima qualità, gli algoritmi dovrebbero potervi accedere per trasformarli in servizi per l'utente e generare maggiori livelli di cura – conclude Baglivo –. Ma come la mettiamo con la privacy? Siiam ha presentato una petizione al Garante della privacy per ottenere l'autorizzazione a un uso retrospettivo dei dati a fini della ricerca. La questione è ancora aperta. Una volta gestito il complesso aspetto della privacy, rimarrebbe nell'iter come passaggio obbligatorio l'approvazione da parte di un Comitato etico di vigilanza. Questo è un esempio di come avanzare in modo coscienzioso in questo mare ancora inesplorato».


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