martedì 1 ottobre 2024
Nel 1994 gli organi donati dai genitori del piccolo Nicholas Green ucciso per caso in una sparatoria in Calabria, salvarono cinque persone. L’effetto di quel gesto di generosità non s'è ancora fermato
Trapianti quadruplicati, perché l’Italia è cresciuta così tanto in trent’anni
COMMENTA E CONDIVIDI

È stato chiamato “effetto Nicholas” quello che trent’anni fa ha portato a un’impennata di donazioni di organi in Italia. Nicholas Green morì nel 1994, colpito da un proiettile mentre viaggiava in auto con la famiglia lungo la Salerno-Reggio Calabria. Aveva solo sette anni. Senza esitare la famiglia decise di donare gli organi. «L’agonia di quei giorni – ha raccontato la mamma Margaret – fu una serie di duri colpi, ma donare gli organi di Nicholas è stata la decisione importante più semplice che abbiamo mai dovuto prendere. Quattro mesi dopo, incontrammo i riceventi, erano tutti in buona salute. Eppure quattro mesi prima, cinque di loro erano in punto di morte e altri due stavano diventando ciechi». Una di loro si chiama Maria Pia, aveva 19 anni ed era in coma per insufficienza epatica. Ma invece di morire, si svegliò con un nuovo fegato. Due anni dopo si sposò ed ebbe un figlio che decise di chiamare Nicholas.

In Italia negli ultimi trent’anni il tasso di donazione degli organi è quadruplicato, passando da otto donatori per milione di abitanti ai trenta di oggi. E le 450 donazioni di allora sono diventate 1.700 nel 2024, mentre i trapianti sono passati da 1.498 a 4.466. In trent’anni sono stati eseguiti 92.478 trapianti. I dati sono stati presentati nel corso del convegno “Il dono della vita”, organizzato dall’Ospedale Bambino Gesù in occasione del trentennale della morte di Nicholas Green.

Un ruolo cruciale per la crescita dei numeri che ci vedono ai primi posti in Europa l’ha avuto la legge 91 del 1999 che ha formalizzato la Rete trapiantologica italiana. «Questa crescita – ha spiegato Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti (Cnt) – si deve allo sviluppo di una cultura del dono, sostenuta dalle preziose testimonianze dei familiari di donatori. Ma a fare la differenza è stata la nascita di un sistema che vede il Cnt, il Ministero della Salute e le Regioni lavorare fianco a fianco».
Anche se sono stati compiuti grandi passi avanti, ci sono ancora forti resistenze verso la donazione dovute a poca informazione e fake news. «Nell’ultimo semestre – ha spiegato Maria Rosaria Campitiello, capo Dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute – i “no” registrati dai cittadini al rinnovo della carta d’identità hanno rappresentato il 35%. Rilanciare l’appello al dono è fondamentale per dare una speranza agli ottomila pazienti che sono ora in attesa di trapianto».

Nel 2023 all’Ospedale Bambino Gesù sono stati effettuati 82 trapianti pediatrici, a fronte dei sei del 1994, cioè 13 volte di più rispetto a trent’anni fa e per un totale di 1200 nell’arco dei trent’anni. Proprio al Bambino Gesù nel 1994 venne trapiantato ad Andrea Mongiardo il cuore di Nicholas Green. «Mentre eravamo in viaggio in quell’ultima vacanza – ha ricordato Reginald, il padre di Nicholas – facemmo un gioco con lui in cui era un soldato dell’antica Roma che tornava a casa dopo molti anni alle frontiere: “Quando arriverai a Roma, sarai trattato come un eroe e ti sarà data una medaglia d’oro” gli dicevamo. Nicholas però non ha conquistato con la forza delle armi, ma col potere del cuore».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: