A Parigi una manifestazione di Manif pour tous a favore della vita
Il controverso testo di legge che estende anche ad Internet il delitto di «ostruzione all’aborto» è stato approvato oggi dal Parlamento francese. Dopo settimane di divergenze insanabili fra il Senato e l’Assemblea nazionale, quest’ultima ha fatto valere il proprio primato in materia legislativa.
Una pena massima di 2 anni di prigione e 30 mila euro di multa è prevista per chi è giudicato responsabile di diffondere «affermazioni o indicazioni tali da indurre intenzionalmente in errore, con scopo dissuasivo, sulle caratteristiche o le conseguenze mediche dell’interruzione volontaria di gravidanza». Hanno votato a favore, accanto alla maggioranza socialista, anche una parte dei deputati centristi.
La ministra socialista della Famiglia, Laurence Rossignol, sostiene che saranno puniti solo i siti Internet che dissimulano la propria opposizione all’aborto, presentandosi come neutri: «I militanti anti-aborto resteranno liberi di esprimere la loro ostilità all’aborto. A condizione di dire sinceramente chi sono, cosa fanno e cosa vogliono».
La legge «instaura un’autentica censura governativa», ha replicato l’opposizione neogollista, promettendo d’impugnare il testo davanti al Consiglio costituzionale. Anche molte associazioni francesi impegnate in campo bioetico denunciano in queste ore una legge che viola gravemente la libertà d’espressione.