mercoledì 2 ottobre 2024
Tra errori medici (un milione le vittime) e l'impennata di querele dovute ai contagi correlati all'assistenza: l'associazione della sanità cattolica apre un dibattito tra gli operatori
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Medici e professionisti del mondo sanitario e legale a confronto all’Auditorium “Aurelia” di Roma, il 3 ottobre, su un tema di crescente importanza: la responsabilità sanitaria. L’evento, organizzato da Aris nazionale – Associazione religiosa istituti sociosanitari - in collaborazione con Aris Lazio e la Provincia romana dei Camilliani, vuole fare chiarezza su come ridurre il numero di errori che ogni anno colpiscono un milione di pazienti su dieci milioni di ricoveri.

Un quadro preoccupante, certo, che pone al centro del dibattito pazienti e operatori sanitari. L’incontro “La responsabilità sanitaria. Come sbagliare meno? Come proteggerci meglio?” rappresenta, così, un’occasione di confronto tra medici, paramedici, giuristi e legali. L’obiettivo è chiaro: analizzare le criticità che emergono nell’assistenza sanitaria e delineare strategie condivise per prevenire errori e proteggere il personale sanitario da possibili azioni legali.

Come evidenziato dalla dottoressa Anastasia Margot Faedda, responsabile dell’evento, la necessità di questo incontro è nata dall’impennata di querele contro strutture sanitarie e medici. «Il numero di cause legali continua ad aumentare in modo allarmante, con ovvie e pesanti ripercussioni sui costi del sistema sanitario. Gran parte delle querele riguarda infezioni correlate all’assistenza. Il nostro obiettivo è garantire un sistema più sicuro per i pazienti e allo stesso tempo tutelare i professionisti, che devono poter lavorare serenamente, sapendo di essere protetti».

Uno dei punti cardine del convegno è proprio la discussione sulla sentenza della Corte di Cassazione del marzo 2023, che ha introdotto nuove linee guida per la gestione delle responsabilità sanitarie, offrendo a ospedali e medici nuovi strumenti per difendersi in caso di controversie legali. «Il Supremo Collegio – si legge sul comunicato stampa dell’evento – ha ribadito il principio secondo cui la prova deve essere fornita in termini probabilistici, ovvero “del più probabile che non”, e non di assoluta certezza».
Aris sottolinea come il tema della sicurezza sanitaria vada affrontato con un cambio culturale radicale, coinvolgendo non solo medici e infermieri ma anche i dirigenti delle strutture e gli stessi cittadini e pazienti. Un «patto di solidarietà» tra tutte le parti coinvolte potrebbe essere la soluzione, nella consapevolezza che un sistema sanitario più affidabile e sicuro richiede l’impegno di tutti.

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