giovedì 30 maggio 2024
Dignità e diritti dei bambini (anche dei concepiti, i "più bambini" di tutti) indicano il futuro dell’Unione. Appunti verso le elezioni di giugno
La sede del Parlamento europeo a Strasburgo

La sede del Parlamento europeo a Strasburgo - Ansa

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Che collegamento c’è tra la Giornata mondiale dei bambini e le prossime elezioni europee? Cosa c’entrano i bambini con il Parlamento Europeo, e più in generale con l’Unione Europea? Le domande possono sembrare del tutto fuori luogo se pensiamo all’Ue come a una enorme macchina burocratica dedita in sostanza all’economia, al mercato, alla finanza, alla libera circolazione delle merci, alla diplomazia, ecc. Le domande si fanno più comprensibili se pensiamo che la Giornata appena celebrata a Roma è mondiale, e quindi anche europea, e che l’attenzione verso i bambini non può essere circoscritta a un giorno soltanto, ma deve abbracciare i 365 giorni in cui corre l’anno. Le domande diventano più nitide se pensiamo alle guerre e ai naufragi che nel nostro vecchio e ritenuto civilizzato continente mietono migliaia di vittime, molte delle quali bambini la cui morte e la cui sofferenza non può essere soffocata nell’indifferenza ma deve scuotere le coscienze di tutti.

I bambini, i più piccoli tra noi. I bambini ai quali la società e gli Stati – e dunque anche le istituzioni europee – dovrebbero dare il meglio di sé stessi. Se pensiamo ai bambini, specialmente a quelli emarginati, rifiutati e maltrattati, non possiamo non avere un fremito di indignazione. Sono i bambini il futuro e la speranza; sono loro la spinta positiva impressa alla storia. I nostri rappresentanti in Europa devono occuparsi anche di loro. Se poi pensiamo che sotto il cielo d’Europa, ogni giorno, una moltitudine di bambini non viene alla luce perché gli viene impedito di nascere in nome dei cosiddetti “diritti civili” – la cui espressione più vandalica è proprio il preteso “diritto di aborto” –, o perché vengono distrutti allo stadio embrionale nei laboratori europei, non si può non avvertire una lacerante e stridente contraddizione tra questo e l’Europa come grandioso progetto politico legato alla dignità e ai diritti dell’uomo, come è scritto in ogni trattato sull’Unione, per costruire un continente pacificato e pacificatore. E non si pensi che la questione sia periferica, perché quando si dice vita umana si dice dignità, uguaglianza, pace, libertà, giustizia, democrazia, diritti dell’uomo, centralità della persona.

Se la coscienza europea accetta di riflettere di fronte alla domanda fondamentale – uomo o grumo di cellule? Soggetto od oggetto? Fine o mezzo? Persona o cosa? – non può negare il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento. Per farlo dovrebbe rifiutare la scienza, la riflessione e la ragione, come infatti accade quando pretende di introdurre il diritto di aborto, sconfitta – non dimentichiamolo – anche per la donna. Possiamo chiedere ai candidati alle imminenti elezioni europee di lavorare per rendere l'Europa il luogo dove la persona, ogni persona dal concepimento, è accolta nella sua incomparabile dignità? Non è una richiesta bizzarra: è inscritta nel genoma dell’Unione Europea. Carlo Casini, allora presidente della Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo, nel suo discorso al Festival d’Europa nel 2011 disse: «All’indomani della caduta del muro di Berlino Vaclav Havel, allora presidente della Repubblica cecoslovacca, intellettuale che aveva patito la prigione comunista per la sua rivendicazione della libertà, disse, parlando solennemente al Parlamento Europeo, di avere visto a Strasburgo una macchina dagli ingranaggi perfetti, ma di non avere incontrato l’anima dell’Europa. Quest’anima è costituita dalla dignità umana, ma per incontrarla bisogna preliminarmente sapere chi è l’uomo.

È questo il punto su cui l’Europa dovrà meditare affinché essa sia davvero, in conformità al suo iniziale progetto, una opportunità non solo per i suoi cittadini ma per tutto il mondo». Ecco perché meditare sul piccolissimo uomo appena concepito – il più bambino dei bambini, uno di noi, il più scartato di tutti, il simbolo di ogni emarginazione e insignificanza – è una grande risorsa per comprendere tutto l’uomo e, quindi, anche tutta la cultura dei diritti e, quindi, anche l’anima dell’Europa. È questa la chiave per accedere, un passo alla volta, al progresso della civiltà, al compimento del moto storico che in nome della forza espansiva della dignità di ogni uomo rende l’Europa capace di rinnovamento morale, civile, politico. Dieci anni fa l’attenzione all'anima dell’Europa si è concretizzata nella costituzione della Federazione ruropea denominata “Uno di noi per la vita e la dignità dell’uomo”. La Federazione “Uno di noi” è importante, affinché si rafforzino e si concentrino le iniziative che promuovano l’uguale dignità dei bambini concepiti.

È auspicabile che i candidati che si riconoscono nei valori di fondo della cultura europea con le sue radici greche, latine e cristiane, o che almeno si lasciano interrogare o sono affascinati dal mistero laico dell’uguale dignità di ogni essere umano, avvertano tutta la responsabilità di una sfida decisiva e prendano contatto con la Federazione europea “Uno di noi”. La protezione dei più bambini dei bambini deve essere incorporata in un progetto globale di protezione dei diritti dell’uomo. Una vera ed efficace protezione dei bambini in viaggio verso la nascita e della maternità come modello e sorgente di ogni solidarietà è di importanza capitale per un’Europa umana. È qui l’ideale d’Europa che vogliamo costruire in un futuro che speriamo non troppo lontano.

Presidente Movimento per la Vita italiano

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