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Un dettaglio del manifesto realizzato dal Movimento per la Vita per la Giornata nazionale 2025 - www.mpv.org/
Ci siamo! È arrivata fedele e puntuale anche quest’anno, per la quarantasettesima volta. Sto parlando della Giornata per la Vita che domenica verrà celebrata in tutta Italia alla luce del bellissimo messaggio dei vescovi che sviluppa il tema «Trasmettere la vita, speranza per il mondo». È l’occasione per riflettere su quel valore così fondamentale che è la vita dell’uomo. Un’occasione però che non deve limitarsi a una giornata ma attualizzarsi tutti i giorni dell’anno, di ogni anno. E ancora una volta il Movimento per la Vita darà il suo contributo propositivo alla comunità cristiana e a quella civile. Un contributo di riflessione discreto, umile ma qualificato ricco di esperienza e competenza. Un contributo teso soprattutto a non dimenticare le ragioni della Giornata, voluta dai vescovi all’indomani dell’approvazione della legge sull’aborto per testimoniare che la Chiesa non si arrende davanti alle offese recate alla vita umana, per dire che se viene meno la difesa della legge resti almeno la coscienza.
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Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano - Foto Mario Sansalone
Dunque, la sua specifica funzione è far riflettere in modo specifico e prioritario sulla vita nascente, perché il bambino anche di nascere è sempre bambino, uno di noi, un figlio, una persona. La Giornata per la vita chiama tutti i credenti e gli uomini di buona volontà all’impegno in difesa del diritto alla vita proprio di ogni uomo e fondamento della umana convivenza. Riflettendo sulla vita è giusto e legittimo ricordare le molte situazioni in cui la vita umana è disprezzata, ma questo non deve far archiviare le minacce alla sua fase più debole, quella nascosta nel grembo di una donna o nel gelo di una provetta quando a quell’uomo invisibile è negato tutto, persino la comune appartenenza alla famiglia umana. Le offese al più povero dei pove-ri sono andate moltiplicandosi, ma non hanno né intimidito né scoraggiato il popolo della vita. Il messaggio dei vescovi è chiaro e dialogante. Chiaro perché non esitano a parlare di una «grande “strage degli innocenti”, che non può trovare alcuna giustificazione razionale o etica»; dialogante perché la mano è tesa verso tutti, nella consapevolezza che «abbandonare uno sguardo di speranza, capace di sostenere la difesa della vita e la tutela dei deboli, cedendo a logiche ispirate all’utilità immediata, alla difesa di interessi di parte o all’imposizione della legge del più forte, conduce inevitabilmente a uno scenario di morte».
La “strage deprima gli innocenti” dei più piccoli, poveri e inermi degli uomini, è mentale prima che fisica: la concezione debole della persona o addirittura la negazione dell’uomo in quanto tale. Non dobbiamo abbandonare la speranza e promuovere, come chiedono i vescovi, «un’alleanza sociale che promuova la cultura della vita». Altre volte su questa pagina ho commentato il messaggio dei vescovi. Il Movimento per la vita ha sempre messo a disposizione le sue forze e continuerà a farlo in questa e nelle prossime occasioni. Ma se la Giornata è ecclesiale sono tutte le strutture ecclesiali a doversi mobilitare e a inventarsi, con la fantasia che sa suscitare la carità, gesti capaci di colpire l’opinione pubblica suscitando simpatia nei confronti dell’impegno per il diritto a nascere e l’autentica tutela della maternità e scuotendo dalla distrazione e dall'inerzia.
Tanti anni sono passati, ma la Chiesa non si rassegna all’assuefazione. Lo disse 47 anni fa e lo ripete oggi con parole non di rancorosa chiusura ma di aperta speranza. Che prenda vigore, ogni anno di più, quella solidarietà concreta verso le madri in difficoltà, che testimoniando con i fatti l’amore per ogni uomo appena concepito, penetri nelle coscienze assopite e vi risvegli la gioia dell’accoglienza, speranza per il mondo. «Ci vuole coraggio, anche perché non sappiamo dove la radicalità del valore della vita condurrà i nostri passi, una volta che vogliamo accoglierne fino in fondo le esigenze. Un valore così grande è incompatibile con le nostre pigrizie in ogni campo. La dignità umana è così alta che è ragione sufficiente per proibire l’aggressione anche al potente che ha di fronte il debole ed è così impegnativa che chiede talora di dare la vita (la propria) per la vita (degli altri)» (Carlo Casini, 1984).
*Presidente Movimento per la Vita italiano