Papa Francesco con il re del Bahrein, Isa Al Khalifa, in Vaticano nel 2014 - Ansa
Un viaggio nel solco dell’incontro, del dialogo come radice di pace e in definitiva dello spirito dell’enciclica Fratelli tutti. Così il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha definito ieri il 39° viaggio internazionale del Papa, che porterà Francesco dal 3 al 6 novembre prossimi in Bahrein, 58° Paese toccato finora dai suoi itinerari apostolici.
La quattro-giorni nella “Terra delle due acque” (così è definito il territorio insulare non distante dalle coste della penisola arabica: acqua di mare e antiche sorgenti nel deserto) è infatti, ha sottolineato Bruni, «una ulteriore, preziosa tappa di un cammino di fratellanza con i musulmani».
Francesco sarà il primo Vescovo di Roma a mettere piede in Bahrein, ma per papa Bergoglio questo è un ritorno nella regione, dato che nel 2019. proprio in un altro Paese del Golfo, gli Emirati Arabi Uniti, fu firmata lo storico documento sulla Fratellanza Umana. Con quell’altra visita, dunque, l’ormai imminente viaggio si pone in ideale ed evidente continuità, oltre che con la già citata enciclica pubblicata l’anno successivo, che «contiene - come ha ricordato Bruni - pagine importanti sul dialogo interreligioso».
Ne consegue che almeno due saranno i fulcri intorno ai quali ruoterà la visita. Da un lato l’incontro con il mondo islamico che vedrà momenti di dialogo con il Grande Imam di Al-Azhar Mohamed Al Tayyebb (questo sarà il sesto incontro con l’alta figura spirituale musulmana: due a Roma nel 2016 e 2018, uno in Egitto nel 2017 quindi ad Abu Dhabi nel 2019 per la già ricordata forma del documento sulla Fratellanza e l’ultimo non più tardi di 40 giorni fa in Kazakistan). Dall’altro la gioia della visita alla piccola comunità cattolica: 80mila persone, quasi tutti immigrati, su una popolazione di circa 1,4 milioni di abitanti.
Il programma
Sotto questo secondo profilo si segnalano già alcuni importanti momenti. Il Papa si recherà infatti nella nuova cattedrale, dedicata a Nostra Signora d'Arabia, ad Awali, nel mezzo del deserto bahrenita, per realizzare la quale il re, Hamad bin Isa Al Khalifa, ha donato un suo terreno, mentre la prima pietra era stata offerta proprio da Francesco ed era un mattone della Porta Santa della Basilica di San Pietro per l’Anno Santo della redenzione (1983-1984).
Giovedì 3 il Papa partirà alle 9.30 dall’aeroporto di Fiumicino per Awali, dove atterrerà alle 16.45 locali alla Sakhir Air Base (il volo ITA Airways è ad impatto ambientale zero Co2) e avverrà l’accoglienza. Alle 17.30, al Sakhir Royal Palace, Francesco renderà la sua visita di cortesia al re, mentre alle 18.30 incontrerà le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico.
Venerdì 4 il Papa interverrà alle 10 alla chiusura del “Bahrain Forum for Dialogue”. Alle 16 è previsto invece l’incontro privato con il Grande Imam di Al-Azhar, alle 16.30 quello con i membri del Muslim council of elders presso la Moschea del Sakhir Royal Palace e alle 17.45, l’Incontro ecumenico nella Cattedrale.
Celebrerà poi sabato 5 la Messa al Bahrein National Stadium, dove è prevista la partecipazione di oltre ventimila persone, alcune migliaia delle quali arriveranno anche dai Paesi vicini (e non è escluso anche dall’Iran). E infine incontrerà gli studenti di una scuola cattolica d’eccellenza (il Sacro Cuore), aperta però a tutti.
Domenica 6 novembre, infine, dopo l’incontro di preghiera e l’Angelus con i vescovi, i sacerdoti, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali a Manama, farà riorno a Roma, dove l’arrivo è previsto per le 17.