Il Papa all'Angelus - Ansa
Occorre un immediato cessate il fuoco a Gaza e in tutta la regione mediorientale. Al termine dell’Angelus domenicale, il Papa è tornato con forza sulla guerra in Medio Oriente, lanciando un vibrante appello: «Basta – ha detto -, per favore! Diciamo tutti: basta, per favore! Fermatevi!». Davvero, ha aggiunto, si pensa di costruire un mondo migliore con la guerra e di raggiungere così la pace?». Di qui l’incoraggiamento «a continuare i negoziati» perché si fermino le armi, «gli ostaggi siano subito liberati e tornino dai loro cari che li aspettano con ansia, e la popolazione civile possa avere accesso sicuro ai dovuti e urgenti aiuti umanitari». Assieme al Medio Oriente anche un pensiero alla «martoriata Ucraina, dove ogni giorno muoiono tanti. C’è tanto dolore là».
Piazza San Pietro all'Angelus del 3 marzo - Ansa
Prima, durante la catechesi, il Pontefice aveva commentato l’episodio evangelico in cui Gesù caccia i mercanti dal tempio. È stata l’occasione per riflettere sul significato di luogo di culto e sulla distinzione, guardando al rapporto con Dio tra casa e mercato. «Nel tempio inteso come mercato – ha detto il Pontefice -, per essere a posto con Dio bastava comprare un agnello, pagarlo e consumarlo sulle braci dell’altare». Nel tempio inteso invece come casa - ha aggiunto Francesco - «succede il contrario: si va per incontrare il Signore, per stare uniti a Lui, stare uniti ai fratelli, per condividere gioie e dolori. Ancora: al mercato si gioca sul prezzo, a casa non si calcola; al mercato si cercano i propri interessi, a casa si dà gratuitamente».
Considerazione che vanno tradotte nell’impegno, per il tempo di Quaresima, «a fare in noi e attorno a noi più casa e meno mercato. Prima di tutto nei confronti di Dio: pregando tanto, come figli che senza stancarsi bussano fiduciosi alla porta del Padre, non come mercanti avari e diffidenti. Dunque, primo, pregando. E poi diffondendo fraternità: c’è bisogno di tanta fraternità!».
Fraternità da vivere anche come prevenzione alla violenza, il cui culto alimenta il mercato della guerra. Per questo alla vigilia della seconda Giornata internazionale per la consapevolezza sul disarmo e la non proliferazione, in calendario il 5 marzo, il Papa è tornato a denunciare l’enormità delle risorse «sprecate per le spese militari che, a causa della situazione attuale, continuano tristemente ad aumentare! Auspico vivamente - ha continuato il Papa - che la comunità internazionale comprenda che il disarmo è innanzitutto un dovere morale». In questo senso occorre il coraggio «da parte di tutti i membri della grande famiglia delle Nazioni di passare dall’equilibrio della paura all’equilibrio della fiducia».