I MIE S’GNURI
I mie s’gnuri s’im parmat
ev’vi di un salmunsat
el vi di in puec paroli
in sta not a neat un fiol
L’ha net a Batlamm
l’e Geseu al Nazaren
l’è teant temp k’a son per sta vie
con une sporte par da drie
Con un pecul reghelen
da regale a Geseu Bamben
lei an’ gh’ è fass e no mantal
d’infasè stal Geseu Bal
Geseu bal Geseu d’amaur
la pasion noste Signaur
Geseu bal Geseu d’amaur
la pasion noste Signaur
LOR SIGNORI
Lor signori se permettono
vi voglio dire un piccolo salmo,
ve lo voglio dire in poche parole
questa notte è nato un figlio
è nato a Betlemme
è Gesù Nazzareno
È da molto tempo che sono per questa via,
con una sporta sulla schiena
con un piccolo regalo
da regalare a Gesù Bambino
lì non ci sono né fasce né mantelli
per fasciare quel bel Gesù
Gesù bello, Gesù d’amore
la passione del nostro Signore.
Gesù bello, Gesù d’amore
la passione del nostro Signore.
Questo piccolo gioiello di poesia popolare è stato raccolto a Comacchio da Riccardo Carli Ballola e Leonello Simoni ed è contenuto nel volume Poesia popolare orale comacchiese, edito nel 1979 da Rizzati-Marino. Si tratta di una piccola filastrocca ancora largamente diffusa e rielaborata negli ultimi anni da alcuni gruppi di animazione teatrale assai attivi nel territorio che ne hanno conservato il carattere poetico originale.
Attraverso la produzione di una serie di rappresentazioni di teatro sociale dialettale, i gruppi Tempera menti e Al Batal riescono ancora a coinvolgere ampi strati della popolazione locale e a conservare la bellezza e l’originalità del dialetto comacchiese che presenta un vocalismo molto interessante, differenziandosi enormemente da quello di altri dialetti delle aree emiliane-romagnole.
Questa particolarità linguistica si è generata probabilmente grazie alla speciale posizione geografica che questo antico borgo ha vissuto nel corso della sua storia millenaria: un’area territoriale speciale, situata all’imbocco di un ramo principale del Po e protesa, da un lato verso l’Emilia, dall’altro verso la Romagna e a pochi chilometri dal Veneto.
Vivere in un territorio circondato da varie sovranità confinanti ha arricchito la lingua dialettale locale, oltre che di innumerevoli storie e racconti tradizionali, fra cui un ampio repertorio di canti di tematismo religioso, di una originalità linguistica che si manifesta nell’uso continuo del gioco delle vocali a causa dei mutevoli aspetti che esse assumono a seconda della loro posizione nella sillaba e nella parola.