sabato 19 marzo 2016
 Struggente cronologia del venerdì  Il racconto porta a porta dei cantori
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L’OROLOGIO DELLA PASSIONE
Prepàrati all’un’ora quest’è l’ultima cenae con faccia serena così Gesù parlòAlle due disse sarò tradito sarò negatoe Giuda disperato rispose io non saròAlle tre i sacramenti istituisce allorai discepoli contenti il suo corpo dispensòAlle quattro si mosse con grande compassionealle cinque nell’orto il buon Gesù andò
Alle sei il Padre Eterno dal Re dei cieli andòalle sette nell’orto la turba lo menòAlle otto fu colpito da una guanciataalle nove schiaffeggiato e Giuda si turbòAlle dieci ore in carcere fu portatoquando che fu accusato suonava l’undiciorAlle dodici Pilato le mani si lavòalle tredici di bianco fu vestito il Salvator
Alle quattordici ore gli stapparono le vesticon una canna in mano per dargli più dolorCoronato di spine fu alle quindiciorAlle sedici dalle tempie il sangue suo versòAlle diciassettore la penna sua adopròper la brutta sentenza che a Gesù toccòI chiodi e i martelli per lui si preparòin croce il Redentore all’or diciotto andò
E alle diciannove testamento donòGesù pieno d’amore Giovanni a sé chiamòAlle venti da bere chiedeva il Salvatorgustando aceto e fiele solo per ’l peccatorSuonando le ventuno la testa sua chinòquell’alma santa e pura all’eterno Padre andòAlle ventidue ore la lancia lo passòcon ferro e con parole la costola gli tagliò
Alle ventitréore di croce lo levòMaria con gran dolore in braccio lo pigliòGesù al sepolcro andò alle ventiquattr’oresolo per nostro amore e a tutti ci salvòDi sette giorni intanto risuscitòcon gloria festa e canto all’eterno Padre andò.
Questo canto descrive la passione e morte di Gesù Cristo cadenzandola nell’arco di ventiquattro ore. A Gualdo Tadino (Pg) questo tipico canto di questua viene eseguito da un gruppo di cantori che si alternano nelle varie strofe con l’accompagnamento di organetti, fisarmoniche e tamburelli. Nella tradizione locale il canto viene proposto in case private in occasione delle domeniche di quaresima, a partire dalla festività di San Giuseppe. Considerato come una particolare forma di celebrazione paraliturgica, gli ascoltatori accolgono il canto con grande partecipazione emotiva mentre il gruppo propone tutta la narrazione della passione stando seduto in un angolo della casa. Al termine dell’esecuzione la famiglia offre ai musicisti di consumare insieme un pasto di magro. L’attaccamento a questo canto è ancora assai forte in tutta l’area dell’Appennino centrale tanto che a Polverigi (An) da anni si svolge un importante appuntamento periodico che raccoglie tanti cantori tradizionali provenienti da vari centri umbri, marchigiani ed abruzzesi.
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