Quelle crollate non erano case abusive ma 'solo' vecchie. È l’incredibile affermazione dei sei sindaci di Ischia in una nota congiunta di poche ore dopo il sisma delle 20.57 di lunedì. Troppe poche ore, per un documento come minimo inopportuno e intempestivo. Preoccupato più di salvare l’immagine dell’isola e della stagione turistica, che di tutelare la sicurezza e l’incolumità dei propri cittadini e dei turisti. Oltretutto mentre sotto le macerie si trovavano ancora i due bambini Ciro e Matthias.
Macerie di una casa certo vecchia, ma ancor più certamente insicura, non antisismica. Non solo case, visto che a essere danneggiato è stato anche un albergo. E a chi toccava accertare la sicurezza? A chi toccava promuovere gli interventi antisismici? Proprio ai sindaci. Sarà la magistratura ad accertare le responsabilità dei crolli, se davvero si trattava 'solo' di case vecchie o se erano abusive. O se abusivi erano stati i lavori aggiuntivi, come spesso accertato per altri terremoti: sopralevazioni, cordoli in cemento armato su murature in pietra, tetti troppo pesanti, mura portanti modificate. Non sarebbe una novità.
Sull’isola, vero record nazionale, sono state emesse dalla magistratura ben 600 ordinanze di abbattimento di edifici non sanabili mentre oltre 27mila hanno usufruito dei vari condoni degli ultimi venti anni. Quante case erano antisismiche? Non un particolare secondario per un’area ad altissimo rischio sismico.
Una nota dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ci ricorda che sono ben 12 i terremoti di magnitudo superiore a 3.0 che hanno colpito l’isola in 700 anni, l’ultimo il 23 aprile 1980, con magnitudo 4.3. Mentre nel 1883 un terremoto di 4.2 proprio a Casamicciola provocò 2.313 morti. Altro che evento eccezionale come abbiamo sentito dire dal vicesindaco di Casamicciola! Che a conferma ha pure sottolineato il danneggiamento del municipio. Proprio uno degli edifici pubblici che, per legge, dovrebbe resistere a ben altre scosse. E ricordiamo che una magnitudo 4.0 produce una forza quasi mille volte inferiore a quella degli eventi sismici dell’Italia centrale dello scorso anno quando si raggiunse una magnitudo di 6.5 per la scossa del 30 ottobre 2016 che colpì soprattutto la zona di Norcia. Ma in quell’occasione le case vecchie e antiche della cittadina umbra hanno sostanzialmente retto, senza provocare morti, perché messe in sicurezza, e bene, dopo il terremoto del 1997. Non così ad Amatrice dove si era persa memoria dei terremoti del passato, e le conseguenze sono state drammatiche. Non così a Casamicciola pur con un terremoto molto inferiore di quello della cittadina laziale.
Anche le case vecchie possono essere messe in sicurezza. Anzi devono essere messe in sicurezza. Ed è dunque inaccettabile morire nel 2017 per un terremoto che in tanti altri Paesi sismici come il nostro provoca solo paura. Come le recenti scosse nelle isole greche, per non andare troppo lontano. Oltretutto Ischia non è solo a rischio sismico. Nell’isola si sommano anche rischio vulcanico e rischio idrogeologico. Il primo legato a fenomeni locali (l’isola ne beneficia con le famose acque termali) ma anche al complesso dei Campi Flegrei, vulcano attivo e pericoloso. Il secondo collegato a una geologia e morfologia fragili dove l’intervento dell’uomo non fa che aggravare la situazione. E qui l’abusivismo edilizio c’entra, eccome se c’entra! Magari favorito dagli incendi che ancor più in questa estate hanno devastato l’isola. Incendi dolosi che rendono il territorio ancora più fragile.
E le frane provocano lutti, come il 30 aprile 2006 quando una frana dal monte Vezzi travolse una casa che lì non doveva stare, portandosi via la vita di un padre e delle tre figlie di 12, 16 e 18 anni. Tre come i bambini salvati a Casamicciola, drammatica coincidenza. Rischio che accentua il rischio. Come ci hanno più volte spiegato i geologi, certi terreni aumentano l’effetto di una scossa, soprattutto quelli in frana. Così anche una scossa non distruttiva come quella di due giorni fa può produrre crolli.
È dunque ancor più importante e urgente mettere in sicurezza gli edifici in queste situazioni, quelli nuovi e, a maggior ragione, vecchi. E se necessario delocalizzarli, cioè abbatterli, quando il rischio è eccessivo. Anche questo tocca ai sindaci. Ma pochi lo fanno, spesso obbligati dall’intervento della magistratura. Mentre altri sono finiti sotto inchiesta anche a Ischia per aver tollerato l’abusivismo. L’esatto contrario del governo del territorio che è dire dei 'no' quando è necessario, non avendo paura del consenso, ma pensando prima di tutto alla sicurezza, alla vita. Questa è prevenzione vera. Questa è buona amministrazione.