Il «funerale della democrazia» davanti a Downing Street a Londra: in migliaia hanno protestato contro la Ztl (Ulez) - Ansa
Il «no» dei londinesi alla nuova zona a traffico limitato, scattata ieri a mezzanotte su tutta l’area metropolitana della capitale, è riposto in una bara di cartone, con tanto di fiori (veri) ad adornarla, portata in spalla da Downing Street a piazza del Parlamento da un gruppo di manifestanti vestiti a lutto. È la messinscena del funerale della democrazia britannica. Bersaglio della dimostrazione è il sindaco Sadiq Khan, laburista e ambientalista, colpevole a loro dire, di aver imposto un piano che non piace a metà dei cinque milioni di cittadini che abitano dentro il raccordo circoscritto dalla M25. Il primo cittadino non si lascia tuttavia intimidire: «Sono dalla parte giusta della storia».
La stretta di Khan è ambiziosa. Ha fatto di Londra la più grande Ztl del mondo. Un’area di circa mille chilometri quadrati, il doppio di quella creata nel 2015 dall’allora sindaco conservatore Boris Johnson, che comprende tutti i 32 municipi della capitale. Compreso l’aeroporto di Heathrow.
Rigide le regole. D’ora in poi potranno circolare solo i veicoli Euro4 se a benzina o Euro6 se a Diesel. Restrizioni valide dal lunedì alla domenica 24 ore su 24. L’accesso alla Ztl (l’acronimo inglese è Ulez) a chi non possiede una vettura in linea con questi standard è vincolato al pagamento di un pedaggio di 12,50 sterline al giorno. È questo che i londinesi non riescono a mandare giù. Una “tassa” a carico delle famiglie e delle piccole imprese, già provate dal carovita, che non possono permettersi un’auto o un furgone nuovo. Khan ha provato ad indorare la pillola aumentando gli incentivi alla rottamazione, portati fino a 11.900 sterline, e offrendo contributi per gli abbonamenti ai parcheggi ai confini della Ztl. Ma non basta. L’ostilità è particolarmente dura tra gli elettori di destra. Sette municipi a trazione Tory hanno invano contestato la stretta all’Alta Corte. Le elezioni suppletive di Uxbridge e South Ruislip, il mese scorso, sono state vinte dai conservatori promettendo battaglia alla nuova Ztl. Il premier Rishi Sunak avrebbe voluto fare di più per cementare la vittoria ma l’idea di sabotare il piano Khan dichiarandolo “incompatibile” con le politiche nazionali è stata scoraggiata dalla prospettiva di un ricorso che rischiava di perdere.
L’attivismo “verde” del sindaco non piace neppure al partito laburista alle prese con una “guerra civile” aizzata da quanti, compreso lo stesso segretario Keir Starmer, ritengono che, semplicemente, questo non è il momento di mettere mano nelle tasche dei cittadini. Lorraine Marglin, impiegata, partecipa alla protesta organizzata a Romford, zona 6 della capitale, a 22 chilometri da Trafalgar Square, il centro del centro della capitale. «Rinunciare alla macchina e andare al lavoro con i mezzi – spiega – significa svegliarmi alle 4 del mattino per arrivare a destinazione alle 7». La rete londinese di trasporti pubblici è di certo tra le più efficienti del mondo ma le distanze sono rilevanti. Come pure i costi. L’abbonamento per treno e metro che copre le tratte lunghe dalla periferia al centro costa 2.900 sterline l’anno. «Continuerò a spostarmi in macchina – sbotta –, e non ho alcuna intenzione di pagare le multe».
Le contravvenzioni annunciate variano tra 90 e 180 sterline. Alla disobbedienza civile chiama l’intero gruppo di protesta del municipio di Havering radunato all’ingresso del pub Golden Lion. Una cinquantina di persone a chiedere sulla Ztl una consultazione popolare tipo referendum. I più audaci del gruppo, qualcuno pure in carrozzina, si spinge fino a incitare la popolazione a buttar giù le telecamere installate ai varchi dell’area verde (il 90% fuori uso già alla vigilia dell’entrata in vigore del piano).
«Non possiamo assistere impassibili alla distruzione della classe media e della nostra libertà», chiosa Karen.“Non è giusto che siano i cittadini più vulnerabili, i lavoratori che mandano avanti il Paese, a subire questa manovra – gli fa eco Tom – che al sindaco serve solo per fare cassa e riempire i buchi di bilancio”. Sarah, che tiene in mano un cartello contro la Bbc, accusata a suo dire di amplificare e diffondere le “bugie” dettate da City Hall, rincara la dose: “Ci viene tolta la persino la libertà di accompagnare i bambini a scuola, di andare in aeroporto ad accogliere gli amici o allo stadio la domenica”.
Sono pochi quelli che accettano di spostare il dibattito sui vantaggi che la mossa di Khan può portare. Una ricerca dell’Imperial College ha stimato che circa 4mila londinesi sono morti prematuramente negli ultimi tre anni per cause legate all’inquinamento dell’aria. «Menzogne – reagisce Caroline – è più sporca l’aria che si respira in metropolitana”» La donna tira fuori il cellulare e mostra un video circolato al riguardo sui social. Gli stessi canali “contaminati” ad arte in passato dal populismo brexiteer.