Donald Trump (Ansa)
Donald Trump torna a minacciare Pyongyang. "C'è la possibilità che possiamo finire per avere un grande conflitto con la Corea del Nord. Assolutamente", ha detto il presidente americano all'agenzia Reuters in un'intervista nello studio ovale alla Casa Bianca, alla vigilia dei suoi primi cento giorni in carica, che cadono domani.
"Ci piacerebbe risolvere le cose diplomaticamente, ma è molto difficile", ha sottolineato Trump, facendo riferimento al programma nucleare e missilistico di Kim Jong-Un. A proposito del leader nordcoreano, il tycoon ha riconosciuto che "ha 27 anni, suo padre è morto e ha assunto il potere, quindi si dica quello che si vuole ma non è facile, soprattutto a quell'età. Non gli sto dando credito, sto solo dicendo che è una cosa molto difficile. Quanto al fatto se sia o meno razionale, non ho opinioni su questo, spero che sia razionale".
Grande alleato degli Stati Uniti nella contesa con Pyongyang è la Cina, a cui Trump riconosce il merito: "Ho stabilito un ottimo rapporto personale con il presidente Xi. Sento davvero che sta facendo tutto quello che è in suo potere per aiutarci con una grande situazione". Per questo Trump non vuole "creargli difficoltà" e si è detto pronto a rinunciare a un'altra telefonata con la presidente di Taiwan, dopo quelle di congratulazioni per l'elezione del tycoon, per non incrinare i rapporti con Xi Jinping. La Cina è contraria all'indipendenza di Taiwan, che potrebbe però voler comprare caccia F-35 dagli Stati Uniti. Di fronte alla possibilità di una commessa, Trump ha replicato: "Ci devo pensare".
Il presidente americano non ha risparmiato una stoccata anche a un alleato nella regione come la Corea del Sud, definendo l'accordo commerciale tra i due Paesi, noto come Korus, "inaccettabile", da eliminare o rivedere "presto". E non solo: parlando del sistema anti-missile Thaad (High Altitude Area Defence), che viene impiegato da Seul per difendersi da un possibile attacco missilistico proveniente dalla Corea del Nord, Trump ha spiegato a Reuters che ha "informato la Corea del Sud che sarebbe opportuno che lo paghino. È un sistema da un miliardo di dollari". Richiesta però rispedita al mittente: il ministro della Difesa di Seul ha dichiarato che non vi è alcuna modifica all'accordo esistente, loro mettono a disposizione i siti per il dispiegamento mentre Washington affronta i costi di installazione e di funzionamento del sistema.
Un 'mestiere' duro e complicato, quello di comandante in capo della nazione più potente del mondo. "Pensavo che sarebbe stato più facile", ha ammesso Trump, "sei nel tuo piccolo bozzolo, perché hai una protezione così massiccia che davvero non puoi andare da nessuna parte".