Il consigliere Gorinov in Tribunale - Wikimedia commons
È il 15 marzo del 2022 e Alexey Gorinov, consigliere municipale del quartiere Krasnoselskij di Mosca, chiede di intervenire sul primo punto all'ordine del giorno. Presiede l'incontro la consigliera Elena Kotenochkina che gli concede la parola. Apparentemente una riunione come un'altra. Passerà invece alla storia.
Il consigliere dice che non ritiene opportuno sostenere un concorso di ballo e disegno per bambini mentre è in corso un’aggressione contro lo Stato vicino e sovrano e dove ogni giorno bambini muoiono o restano orfani. Aggiunge che tutti gli sforzi della società civile dovrebbero indirizzarsi per fermare la guerra e a portare via i soldati russi dal territorio ucraino. Gorinov non è uno sprovveduto. Ha due lauree, in Geodesia e Cartografia e in legge, ma soprattutto conosce la situazione politica e sociale del suo Paese. È attivista di Solidarnost e da tempo è impegnato per i diritti umani e la libertà di espressione. Sa che per le strade di Mosca e delle altre città la repressione delle manifestazioni contro l'aggressione all'Ucraina è di ora in ora più forte.
Il suo mandato finisce quel giorno. In aprile 2022 sarà arrestato e a luglio condannato, secondo la legge che punisce la diffusione di notizie false sulle forze armate con pene fino a 15 anni di reclusione. Le parole pronunciate in quella seduta diventeranno, a pochi giorni dall'avvio della guerra, la base dell’accusa.
È di fatto un caso esemplare che il regime mette a fuoco per lanciare un monito a tutti gli altri in posizioni istituzionali, a tutti i livelli. La disobbedienza alla linea del Cremlino non è concessa e porta a condanna certa. La consigliera Kotenochkina che aveva condiviso le parole di Gorinov durante quella seduta è ricercata e sceglie di abbandonare il Paese.
Gorinov è un uomo mite di 63 anni. Da 2 anni e 11 mesi è in carcere per scontare la condanna di 7 anni. Ma l'accanimento "esemplare" su di lui non finisce qui.
Due settimane fa per lui una nuova condanna a 3 anni di carcere duro. Questa volta l’accusa è di giustificazione del terrorismo per avere espresso il suo parere sulla guerra e l'abbattimento del ponte in Crimea con altri detenuti. Secondo quanto riportato dai media indipendenti tra cui un video di Dmitrij Muratov sul canale YouTube “NO Media iz Rossij” gestita dai giornalisti della Novaya Gazeta (dalla Russia), i detenuti in questione dotati di microfoni hanno provocato le reazioni di Gorinov per raccogliere nuovi capi d'accusa.
In uno Stato di diritto si penserebbe a uno scherzo. Qui invece si traduce in persecuzione. L'obiettivo è mettere a tacere chi anche da dietro le sbarre resta fedele ai suoi principi e di opposizione alla guerra. L’imputato ha mostrato durante i processi cartelli con questi messaggi: «Avete ancora bisogno di questa guerra?». «Io sono contro la guerra». «Basta uccidere – Fermiamo la guerra».
La sua salute è messa a dura prova e anche per questo Muratov ha lanciato un appello alle organizzazioni internazionali e alla Croce Rossa in primo luogo a supporto di Gorinov e altri prigionieri politici che si trovano in condizioni di salute difficili.
L’alto rappresentante per la politica estera della Commissione Europea, Peter Stano, ha dichiarato che Gorinov «è detenuto arbitrariamente dall’aprile 2022 per la sua posizione pubblica contro la guerra nei confronti dell’aggressione della Russia contro l'Ucraina. In carcere continua a subire trattamenti disumani e gli vengono negate le cure mediche necessarie, nonostante abbia una grave malattia polmonare. Ciò si traduce in un ulteriore deterioramento della salute e equivale a tortura. L’ultima decisione della Corte è politicamente motivata e inaccettabile. Le autorità russe devono fermare la repressione e rilasciare immediatamente e senza condizioni Alexei Gorinov e tutti gli altri prigionieri politici in Russia».
I Comuni italiani hanno una lunga storia di solidarietà internazionale a partire dal sindaco di Firenze Giorgio La Pira e il Coordinamento degli Enti Locali per la Pace, che nei decenni hanno sostenuto con la cittadinanza onoraria persone che subivano la repressione e il carcere. Nelson Mandela come esempio luminoso di quella nobile storia.
Oggi assegnare la cittadinanza al consigliere municipale Alexey Gorinov sarebbe un piccolo ma importante gesto per dirgli che a fianco a lui ci sono i consiglieri e le consigliere che reputano un diritto fondamentale la libertà di pensiero. Tanto più se quello che si esprime è il semplice e umano desiderio di pace.
Qui di seguito il suo discorso (l'ultima parola) tenuto in Tribunale prima della sentenza.
“L’ultima parola" di Alexey Gorinov (consigliere municipale di Mosca
Intervento dell’ imputato Gorinov rivolto alla Corte prima della sentenza al processo che si è svolto a Vladimir il 29 novembre 2024
«Per tutta la vita mi sono opposto all'aggressione, alla violenza, alla guerra, dedicandomi esclusivamente ad attività pacifiche come la scienza, l’insegnamento, l’istruzione, la gestione, l’attività pubblica come quella di deputato, l’attività per i diritti umani, da membro delle commissioni elettorali e di controllo del processo elettorale. Mai avrei creduto di vivere abbastanza da vedere un tale livello di degrado del sistema politico del mio Paese, della sua politica estera, mentre cittadini comuni, - ormai migliaia—che sono per la pace e contro la guerra, vengono accusati di discredito delle Forze Armate e di giustificazione del terrorismo e per questo processati.
Il terzo anno di guerra volge al termine. Il terzo anno di vittime e distruzioni sul territorio europeo senza precedenti dalla seconda guerra mondiale, di privazioni e sofferenze per milioni di persone. Su questo non si può tacere.
Alla fine di aprile, il nostro ex ministro della Difesa ha dichiarato che le perdite nel conflitto armato dalla parte ucraina sono 500mila persone. Pensate a questo numero! Quali possono essere le perdite che ha subito la Russia, visto che secondo le informazioni ufficiali, avrebbe costantemente successo su tutto il fronte? Ancora non lo sappiamo. E chi risponderà di tutto questo? E tutto questo per cosa?
Il nostro governo e coloro che lo sostengono nelle sue aspirazioni militaristiche desideravano talmente tanto questa guerra - e ora è già arrivata sul nostro territorio.
A costoro vorrei chiedere: la nostra vita è diventata migliore? È così che intendete il benessere e la sicurezza del nostro Paese e della sua popolazione? Oppure non avevate previsto nei vostri calcoli uno sviluppo simile della situazione?
Al momento però a rispondere non sono coloro che hanno iniziato la guerra, che continuano a uccidere, che fanno propaganda per la guerra e si impegnano in attività mercenarie. A farlo siamo noi comuni cittadini russi, che alziamo la voce contro la guerra, a favore della pace. Rispondiamo pagando con la privazione della libertà e alcuni con la vita.Appartengo all’ultima generazione di persone i cui genitori hanno partecipato o sono sopravvissuti con tutte le conseguenze alla seconda Guerra Mondiale. La generazione precedente ci ha lasciato in eredità il compito di custodire la pace con tutte le nostre forze, come la più preziosa delle cose sulla Terra e tutti i suoi abitanti. Noi invece non abbiamo avuto cura dei loro moniti e abbiamo trascurato la memoria di queste persone e delle vittime di quella guerra. La mia colpa sta nel fatto che come cittadino del mio Paese, ho permesso questa guerra e non sono riuscito a fermarla.
Chiedo che questo venga tenuto presente nella sentenza. Ma vorrei che la mia colpa e la mia responsabilità fossero condivise con gli organizzatori, i partecipanti, i sostenitori della guerra, così come i persecutori di coloro che si esprimono per la pace. Continuo a vivere con la speranza che un giorno questo accada. Nel frattempo chiedo perdono agli abitanti dell’Ucraina e ai miei concittadini che hanno sofferto a causa della guerra.
Riguardo al caso per il quale vengo accusato e processato per aver espresso l'opinione che sarebbe necessario cercare di porre fine alla guerra, ho già spiegato pienamente il mio parere su questa vile attività umana. Posso solo dire che la violenza e l'aggressività generano solo altra violenza di ritorno e nient’altro. Questa è la vera ragione delle nostre disgrazie, delle nostre sofferenze, dei nostri sacrifici insensati, della distruzione di infrastrutture civili e industriali, delle nostre abitazioni.
Fermiamo questo massacro sanguinoso e inutile, non serve né a noi né agli abitanti dell'Ucraina. Non è ora di lasciare in pace i nostri vicini e di occuparci dei nostri problemi interni, che crescono come una palla di neve? Abbiamo da tempo dimostrato al mondo intero quanto siamo coraggiosi, tenaci e pacifici. Perciò forse può bastare? Da una lettera al figlio di Lev Nikolàevič Tolstòj- (1904):"Per me, la follia e la criminosità della guerra sono talmente chiare che, a parte questa follia e criminosità, in lei non riesco a vederci altro."Mi unisco e sottoscrivo anch'io a queste parole del nostro grande compatriota.
Unitevi pure voi!