giovedì 19 dicembre 2024
Nel nuovo rapporto di Msf documentati casi di attacchi deliberati anche contro il personale medico. Accuse anche ad Hamas. «A tutte le parti: cessate il fuoco immediato per salvare vite umane»
Distruzione nei pressi di un centro di Medici Senza Frontiere a Gaza

Distruzione nei pressi di un centro di Medici Senza Frontiere a Gaza - Msf

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«Stiamo assistendo a chiare evidenze di pulizia etnica dal momento che i palestinesi vengono sfollati con la forza, messi in trappola e bombardati». Le parole Christopher Lockyear, segretario generale di Medici senza frontiere, aprono un rapporto di 34 pagine che non risparmia accuse alle forze israeliane e non fa sconti ai miliziani di Hamas e degli altri gruppi di estremisti palestinesi. «Tutto quello che le nostre équipe mediche hanno visto sul campo durante questo conflitto - aggiunge Lockyear - è coerente con le descrizioni fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni secondo cui a Gaza è in corso un genocidio». Tuttavia «pur non avendo l'autorità legale per stabilire l'intenzionalità, le evidenze della pulizia etnica e la devastazione in corso - tra cui uccisioni di massa, gravi lesioni fisiche e mentali, sfollamento forzato e condizioni di vita impossibili per i palestinesi sotto assedio e sotto i bombardamenti - sono innegabili», si legge nel documento.

Vengono esaminati numerosi episodi, incrociando testimonianze dirette degli operatori che da vent’anni sono presenti a Gaza, e dati raccolti da organismi come l’Organizzazione mondiale della sanità. “Medici senza frontiere” è stata più volte sotto il fuoco diretto israeliano e quello incrociato tra le parti. «In molti casi - viene precisato - non è stato possibile determinare le responsabilità». Di certo, secondo il rapporto, ci sono 41 attacchi contro Msf; 17 evacuazioni di ospedali o cliniche; 27.500 visite mediche a feriti di guerra e 7.500 interventi chirurgici; 37 camion di aiuti al giorno (erano 500 prima della guerra); e solo l’1,6% dei pazienti che hanno bisogno di essere evacuati hanno lasciato Gaza.

Personale di Msf in un ospedale di Gaza

Personale di Msf in un ospedale di Gaza - Msf

Molto spesso avvengono scontri tra le parti in guerra «vicino alle strutture mediche», mettendo in pericolo «i pazienti, i loro familiari e il personale medico». Hamas e gli altri gruppi armati, dunque, non di rado hanno tentato di usare come scudo le strutture sanitarie. La risposta israeliana, con attacchi aerei mirati e bombardamenti deliberati, hanno costretto il personale di Msf e i pazienti a evacuare in 17 diverse occasioni, «spesso letteralmente correndo per mettersi in salvo». Meno della metà dei 36 ospedali di Gaza sono funzionanti, anche se solo parzialmente, e il sistema sanitario è al collasso. «Da ottobre 2023 a ottobre 2024, solamente lo staff di Msf ha subito 41 attacchi e incidenti violenti, tra cui attacchi aerei, bombardamenti e incursioni violente nelle strutture sanitarie, fuoco diretto sui rifugi e sui convogli dell'organizzazione, detenzione arbitraria di colleghi da parte delle forze israeliane».

Personale di Msf nella Striscia di Gaza

Personale di Msf nella Striscia di Gaza - Msf

Perciò «Msf chiede a tutte le parti - ancora una volta, con urgenza - un cessate il fuoco immediato per salvare vite umane e agevolare il flusso degli aiuti umanitari». Dalla chiusura del valico di Rafah, sul confine con l’Egitto, a maggio 2024 fino a settembre 2024, «le autorità israeliane hanno autorizzato l'evacuazione di soli 229 pazienti, pari all'1,6% di coloro che ne avevano bisogno in quel momento: una goccia in un mare di bisogni».

Israele ha sempre respinto le accuse sostenendo di intervenire esclusivamente dove si annidano i miliziani armati o per rispondere al fuoco. Sia i capi di Hamas che i vertici israeliani sono destinatari dei mandati di cattura emessi dalla Corte penale internazionale.

Secondo il ministero della salute di Gaza, controllato da Hamas, la guerra nella Striscia ha ucciso più di 45.000 persone, tra cui 8 membri dello staff di MSF. «Il numero di morti - osserva Msf - è probabilmente molto più alto a causa dell'impatto del collasso del sistema sanitario, delle epidemie e dell'accesso fortemente limitato a cibo, acqua e rifugi». All'inizio di quest'anno le Nazioni Unite hanno stimato che più di 10.000 corpi sarebbero rimasti sepolti sotto le macerie. Mentre 1,9 milioni di persone, il 90% dell'intera popolazione della Striscia, «sono state sfollate con la forza, e molte - ricorda Msf - sono state costrette a spostarsi più volte».

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